Magazine Diario personale
Spesso cerco le parole così a lungo che finisco per perdermi con loro. Non ci riesco, ma oggi avevo voglia di scrivere di getto, di sfogare tutti i nodi allo stomaco, di scaricare le sensazioni non gradite. Ed è strano perché di solito scrivo molto più facilmente in queste occasioni. Vagavo per la rete senza una meta e mi sono imbattuta in questa canzone di Gaber. Inutile dire che avrei voluto scriverla io. Leggendo questi versi ho ritrovato l'incoerenza che spesso mi infastidisce, ho ritrovato sensazioni diverse, ma uguali, ho ritrovato immagini che non sono quelle che ho in testa, ma che si combinano perfettamente con loro. Quello che vorrei scrivere è complementare a questa canzone. Un puzzle spezzato in due. Ma non lo scrivo. Preferisco il silenzio di questo testo.Benvenuto il luogo dovedove tutto è ironiail luogo dove c’è la vita e i vari tipi di allegriadove si nasce, dove si vive sorridendodove si soffre senza dar la colpa al mondo.Benvenuto il luogo delle confusionidove i conti non tornano maima non si ha paura delle contraddizionidove esiste il caos ma non come condannadove si ride per come è strana la donna.Benvenuto il luogo doveil futuro è sempre più precariobenvenuta l’incertezza di un luogo poco seriodove esiste ancora qualche antica forma di allergiabenvenuta l’intolleranza, benvenuta la pazzia.Benvenuto il luogo dovesi crede a tutto e non si crede affattodove sorge la città delle madri dal corpo perfettobenvenuta la donna che riflette tutto su se stessabenvenuto il luogo dove tanta gente insieme non fa massa.Benvenuto il luogo dovese un tuo pensiero trova compagniaprobabilmente è già il momento di cambiare idea.Il luogo dove l’estetica è importantee poi malgrado l’ignoranza tutto è intelligente.Benvenuto il luogo dovenon si prende niente sul seriodove il rito è superato ma necessariodove fascismo e comunismo sono vecchi soprannomi per anzianidove neanche gli indovini pensano al domani.Benvenuto il luogo dovetutto è calcolato e non funziona nientee per mettersi d’accordo si ruba onestamentedove non c’è un grande amore per lo Statoci si crede pocoe il gusto di sentirsi soli è così antico.Benvenuto il luogo doveforse per caso o forse per fortunasembra che muoiae poi non muore mai nemmeno la Laguna.Dove tutto è melodramma con un po’ di indignazionedove diventano leggere anche le basi americane.Benvenuto il luogo lungo e stretto con attorno il marepieno di regionicome dovrebbero essere tutte le nazioniun luogo pieno di dialetti stranidi sentimenti quasi sconosciutidove i poeti sono nati tutti a Recanati.Benvenuto il luogo dovedove tutto è ironiail luogo dove c’è la vita e i vari tipi di allegriamagari un po’ per non morire, un po’ per celiail luogo, caso strano, sembra proprio l’Italia.