Mi chiamo Luca, ho 29 anni, abito in provincia di Savona e da due anni ho conseguito una specialistica magistrale in Scienze Sociali. Una volta mi dicevano che per avere la possibilità di lavorare occorreva il diploma, e per avere la certezza di un lavoro la laurea. Non è più così. Appena conclusi gli studi la prima cosa che feci fu quella di recarmi presso l’Informa Giovani del mio paese e la prima cosa che mi spiegarono fu la differenza tra un inoccupato e un disoccupato. Io ero un inoccupato, un ex studente senza alcuna esperienza lavorativa. Poi andai presso l’ufficio di collocamento e mi dissero che con le mie caratteristiche non avrei trovato facilmente lavoro, incoraggiante! mi diedero un foglio da compilare per poter fare una work experience presso un’azienda, ovviamente me la dovevo cercare da solo, ci provai, ma fu una fatica inutile. Mi rivolsi anche alle agenzie interinali e intanto il tempo passava e la rabbia interiore cresceva a dismisura. Una di queste agenzie interinali mi propose di andare a lavorare presso una banca come operatore back office, sembrava un inizio, peccato che questo contemplasse anche la fine visto che si trattava di un contratto giornaliero, definirlo capestro pareva eufemistico. Mi chiamarono un paio di giorni ad Agosto, un giorno a Settembre e un giorno a Novembre, mi sentivo preso per i fondelli e nel contempo ero dispiaciuto perché l’ambiente di lavoro era ottimo. Ora ero passato al livello successivo, quello del disoccupato. A Gennaio 2011 la pubblica assistenza nella quale faccio tuttora il volontario mi aveva dato la possibilità di fare servizio civile. L’esperienza è durata un anno e nel mentre avevo avuto anche la possibilità di fare il magazziniere presso una libreria durante la stagione estiva per i libri di testo scolastici. L’esperienza del servizio civile è stata tutto sommato positiva e i miei colleghi, tutti pensionati, mi parlavano di un periodo mitico in cui bastava avere voglia per riuscire a trovare un’occupazione e dove un diploma bastava per far spalancare le porte di un’azienda, e si andava in pensione dopo 15 anni di lavoro. La generazione carnefice che consola la vittima. Terminato il servizio civile e ritrovandomi di nuovo a piede libero, mi rivolsi alla rete per vedere se c’era qualcosa da fare e sul sito della provincia vidi che c’era l’opportunità di seguire un corso di marketing che comprendeva anche un tirocinio, colsi l’occasione al volo. Durante questo corso ho avuto l’opportunità di conoscere dei ragazzi straordinari che sono tuttora nella mia stessa situazione e dei docenti molto preparati. Il tirocinio propedeutico al corso l’ho svolto presso un’azienda di informatica, dove mi dissero fin da subito che non ci sarebbero state possibilità, uno slancio di sincerità che ho apprezzato, inutile illudere le persone. Presso di loro mi ero trovato molto bene, ho svolto attività di marketing, tele-marketing e gli avevo dato dei consigli per migliorare il loro sito che a detta del presidente era anacronistico. Questo presidente era il mio referente nonché mentore che mi aveva dato molti consigli utili per il lavoro e alla fine del corso mi aveva detto che si sentiva rammaricato del fatto che non potesse assumermi, a causa della pressione fiscale e burocratica sulle aziende troppo elevata. Veniamo al presente, ora non so se è il caso di perdere la speranza ma sinceramente mi sono stancato del contesto in cui vivo, mi piacerebbe che i giovani disoccupati creassero un movimento che abbia la possibilità di entrare in parlamento, vorrei vedere uno di noi seduto li su quei banchi pronto a dare battaglia e a fare proposte concrete. Lo so che è un’utopia ma sognare non costa nulla.
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