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Non puntare su chi ti conosce

Da Marcofre

non puntare su chi ti conosce

Alla fine però, siamo sempre a scervellarci su questa sola e unica domanda. Dov’è il lettore. Come stanarlo. Soprattutto come stanarlo se non ho i soldi per una campagna pubblicitaria, e sono “uno dei tanti” che prova a raccontare storie. E lo vuoi sapere da me? Se lo sapessi avrei intitolato questo post: “Come avere 10.000 lettori e guadagnare un sacco di soldi”.
E allora? Calma e gesso tanto per cominciare.

Dovresti già sapere come la penso: o scrivi di cose che ti stanno a cuore, oppure sei del gatto, come si dice dalle mie parti.
Le persone sono attratte da quelli che dimostrano passione per quello che fanno, o dicono. Sono interessate, e lo sono soltanto se TU sei onesto con loro. La tua passione o è genuina oppure sono cavoli amari.

Non puntare su chi ti conosce

Esiste una fase due? Perché fin qui ci siamo: è ancora molto teorico (solo in apparenza però: raccontare con efficacia una storia non ha a che fare con la teoria, ma con la ciccia), però siamo tutti d’accordo su questo punto. Quello che vedo è che spesso un autore punta tutto o quasi su conoscenti, parenti, amici… Perché immagina che questo sia il territorio sul quale edificare il proprio successo.
In fondo si tratta di gente che lui conosce, e quella gente conosce lui. Basta ricordare loro che la sua opera è finalmente disponibile e… E… E…

Ma davvero hai scritto un libro? Cioè, quella roba che si legge? Tu?

(E tu magari, ogni volta che incrociavi il bel tipo, o la bella tipa, gli parlavi proprio di quello che stavi scrivendo).
Il risultato? Non succede niente. Su 50 persone che “dovrebbero” essere interessate all’opera, sarà già grasso che cola se 5 l’acquisteranno.

Ma io gliela regalo! Con la richiesta di farmi una piccola recensione su Amazon!

Bravo. I miei complimenti. Non sto dicendo che non devi regalare un bel nulla. Ma di certo stai già giocando al ribasso; lo sai, non è vero?
Quanto tempo hai impiegato a scrivere la tua storia? Due anni? Due anni passati a rivedere, riscrivere, strappando tempo al sonno, e ad altre attività. Hai un pomeriggio libero? Lo passi a scrivere. Un’oretta soltanto? Prendi appunti. E poi: REGALI?
Questo è proprio il territorio sul quale non devi puntare. Lo sai perché? Perché dimostri di aver bisogno di loro. Loro inoltre ti conoscono alla perfezione e sanno pure dove trovarti: perché precipitarsi a comprare quello che hai scritto? Tanto non scappa niente. E poi… E poi…

Be’, non sarà mica così avido da volere i miei soldi?

Ma tu regali, vero?


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