Non sempre è saggio cercare gli antichi amori... ma certe volte la passione rinasce malgrado gli anni e il disincanto

Creato il 21 giugno 2015 da Consolata @consolanza
Certe volte, lo sanno tutti, è molto meglio non andare a frugare nei ricordi degli amori passati. Certe volte non è saggio cercare di rivivere le antiche emozioni, tanto non ci si riesce (quasi) mai. Ma sappiamo tutti anche che è quasi impossibile resistere alla tentazione. E così di fronte alle reincarnazioni di Ximen Nao sono riuscita solo a pensare alla passione che ho condiviso con Mo Yan, l'ho scaricato ma poi l'ho tenuto per mesi, o anni, sul Kindle in attesa del momento buono. Che è venuto un po' di tempo fa.
Confesso che all'inizio ho faticato, i personaggi sono molti e le vicende complicatissime, ma poi l'antica magia mi ha ripreso e sono precipitata in un cortile di Gaomi, mi sono accomodata sotto l'albicocco storto e ho partecipato alle mille storie che si svolgevano come su un palcoscenico intanto che la storia della Cina procedeva al galoppo dagli anni cinquanta del novecento fino alla fine del secolo. Ximen Nao è un proprietario terriero che viene giustiziato come nemico del popolo agli inizi del maoismo ma non vuole riconoscersi colpevole davanti a Yama, re degli inferi, e viene così condannato alla reincarnazione finché non avrà spurgato ogni traccia di rabbia per essere stato ucciso. Rinasce il 1º gennaio 1950 nel villaggio che porta il nome della sua famiglia, Ximen, nel corpo di un asino, diventando poi un toro, un maiale, un cane e una scimmia, e finalmente un essere umano.
Ximen Nao aveva una moglie sterile e due concubine, dalle quali aveva avuto rispettivamente due femmine e due maschi. Le due donne si risposano, una con un contadino che rifiuta ostinatamente di partecipare alla collettivizzazione delle terre rimanendo indipendente malgrado pressioni e ostracismi. I figli di una ex concubina, di primo e secondo letto, sono i protagonisti intorno ai quali si arrotolano vicende straordinarie, che risentono della vena fantastica di questo fantastico autore e nello stesso tempo rispecchiano le vicende storiche della Cina: la morte di Mao, la liquidazione del maoismo, la trasformazione dell'economia sociale in un selvaggio capitalismo che tocca punte di follia pura, con capovolgimenti di fortune personali, eroi della rivoluzione che impazziscono delusi dal tradimento degli ideali, la corruzione che si insinua dappertutto, l'ambizione che sostituisce il merito, e tutto quello che abbiamo letto sui giornali ma di cui forse non abbiamo capito esattamente il senso.
Ci sono più voci narranti che si alternano, umane e bestiali: il punto di vista delle sei reincarnazioni è irresistibile, mentre a poco a poco gli animali dimenticano il proprio passato umano, il ricordo delle emozioni e dei pensieri di Ximen Nao si fa sempre più labile mentre la natura di bestie prende il sopravvento. I più divertenti e movimentati sono forse il maiale e il cane, ma anche il toro non è certo deludente. Tra i moltissimi personaggi c'è anche Mo Yan, sempre presentato fin da bambino come ambizioso, bugiardo, fastidioso, incapace di capire i momenti che vive ma soprattutto inaffidabile e cattivo scrittore, in un giochetto forse un po' insistito, prima di diventare anche lui voce narrante nella parte finale dove scoppia un parossimo di crudeltà e follia che fa pensare che Mo Yan non sia ottimista sul presente della sua patria.
E' un libro che richiede attenzione e tempo, non si può leggere una pagina prima di dormire, ha spessore e complessità per dieci. C'è dentro materiale romanzesco e riflessione storica che a un autore normale basterebbero per una decina di romanzi. Ho ritrovato tutto quello che mi aveva fatto innamorare, l'immaginazione sfrenata, la capacità di scivolare nel fantastico senza cambiare tono, la meravigliosa scrittura antinaturalista e espressionista al massimo, i personaggi complessi e divertenti, l'ironia, il grottesco, gli eccessi; in più qui c'è anche una vena poetica che si esprime nelle molte scene dedicate alla luna. Mi ha riconciliato con quel filino di noia che mi aveva preso leggendo Il supplizio del legno di sandalo e Grande seno, fianchi larghi. La mia ammirazione per Mo Yan è incondizionata, non è certo la prima volta che la esprimo.  
La fluida traduzione è di Patrizia Liberati, e all'inizio c'è un opportunissimo elenco dei personaggi che aiuta molto nella lettura. Comunque per apprezzarlo ricordatevi di dare a Mo Yan quel che è di Mo Yan: molta attenzione, concentrazione e tempo. E la mia prossima mossa sarà leggere Le canzoni dell'aglio, che mi aveva divertita moltissimo quando l'ho letto tradotto in inglese e finalmente è uscito in italiano.         

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :