Costruire un brand viene considerato dalle persone come l’attività che ha come scopo unico quello di vendere. In realtà è importante comprendere che non è così, o almeno non è soltanto una questione di vendite da realizzare.
Quello che si fa fatica ad accettare, a comprendere, è che la Rete prima di ogni altra cosa è un ambiente sociale. Che poi questo ambiente per vivere abbia bisogno di denaro è perfettamente ovvio. I colossi di Internet senza i profitti che riescono a realizzare non ci permetterebbero di fare quello che facciamo. Così come è ovvio che aziende e persone cerchino di usarla per ricavarci qualcosa (ma riuscirci è un altro paio di maniche).
Tuttavia, se usciamo dagli stereotipi, scopriremo un aspetto che spesso viene sottovalutato. Buona parte dei marchi sono diventati famosi non perché volevano i soldi, bensì perché desideravano rendere migliore la vita delle persone.
Amazon, Google, Apple, sono adesso sedute su una montagna di denaro, certo. Ma ciascuna di esse aveva ben chiaro un obiettivo, e la determinazione necessario per conseguirlo.
Per esempio: offrire la migliore esperienza di acquisto; permettere di effettuare con facilità le ricerche sul Web. Realizzare il computer democratico.
Dopo, sono arrivati i soldi. Prima, sono necessari dei fini, degli scopi. Degli obiettivi, esatto (prima o poi dovremo parlarne, giusto?).
Siccome la Rete è un ambiente sociale, occorre lavorare per creare un sistema di relazioni. I soldi? Meglio cercarsi un lavoro. Soprattutto all’inizio, ripeti con me:
Relazioni
Relazioni
Relazioni.
Fallo almeno un centinaio di volte. Sono queste che ti saranno d’aiuto, in futuro.
Ci sarebbe poi molto da dibattere sul “tipo” di aiuto che possono garantire, e che forse non è quello che tu cerchi, ma comunque può essere utile.
Ma liberati anche dall’altro errore: immaginare che sia una faccenda che non ti riguarda perché non sei un’azienda. Se hai un prodotto (un libro*), sei nelle condizioni di lavorare meglio di un’azienda. Lì ci sono un mucchio di persone da coinvolgere, coordinare, motivare e via discorrendo. Tu… be’, tu sei solo. Puoi permetterti di commettere degli errori senza perdere qualche milione di euro. Senza dover decapitare un intero settore aziendale perché ha fatto delle sciocchezze su Twitter.
- Spero che sia assodato ormai che il libro è un prodotto. Posso indorare la pillola e dire che il libro è anche un prodotto; il risultato non cambia.
Prima la storia, poi il lettore