leggo su repubblica.it un articolo sulla chiusura di alcune librerie gay.
il sottotitolo recita “Colpa dell’emancipazione”.
per cui la mia prima reazione di darwinista della cultura è stata: “bene, si vede che non servono più, mi dispiace per i gestori, ma forse è addirittura un buon segno, vuol dire che i libri a tematica omosessuale hanno il giusto spazio nelle librerie e non occorre più un ghetto protettivo”.
poi però andando avanti nell’articolo si vede che la cosa è un pochino più complessa.
i gestori si lamentano che si legge sempre meno, ANCHE i gay.
e lì mi è scappato il sorriso.
ancora una volta la pretesa che le minoranze debbano essere migliori degli altri.
come le donne, che devono sempre dimostrare di essere intelligenti oltre a avere le tette, anche i gay devono sempre dimostrare di essere più seri e più colti. così è la vita, direbbe vonnegut.
ma mi pare che così come tante donne stiano tristemente decidendo di usare le tette al posto del cervello, tanti gay stiano semplicemente diventando “come gli altri“…
leggono meno, guardano la televisione e si rimbambiscono come un eterosessuale qualsiasi.
e questo, il diritto al rimbiscarimento, mi pare un diritto fondamentale.
il rincoglionimento è democratico, colpisce da sylvester stallone a vladimir luxuria.
ma forse i gay corrono un rischio maggiore degli altri.
i gay, così come le donne, non hanno gli stessi diritti dei maschi eterosessuali.
le donne li hanno formali ma non sostanziali, i gay neanche formali.
e se smettono di leggere, di ritrovarsi intorno a un libro, di discutere, di scrivere, perdono un pezzo della loro battaglia.
nello stesso tempo, visto che non è la “loro” battaglia, ma la “nostra” battaglia, mi piacerebbe un mondo dove non ci fossero “librerie gay” ma “librerie”, dove non ci fossero “librerie femminili” ma ancora una volta “librerie”.
ho paura che questo sia però un lusso che ancora non possiamo prenderci.
ho paura che si sia ancora indietro. di parecchi anni.
quest’anno, per natale, la libreria cittadina gigante era sempre piena.
di gente che per natale regalava libri.
“buon segno” ho pensato.
un giorno, mentre ero in coda perchè il mio adorato squinternato tommaso mi aveva regalato per natale lo stesso libro dell’anno scorso (bello eh, ma lo avevo già letto!) ho incontrato una signora che non vedevo da tanti anni.
mi ha chiesto come stavo, che facevo, se stavo bene.
e rivederla mi ha fatto molto piacere.
aveva in mano un libro, che intendeva regalare a un nipote.
era il giovane holden. qualcuno glielo aveva consigliato e mi ha chiesto un parere.
le ho risposto che per un ragazzo il giovane holden è perfetto.
felice si è rimessa in coda per pagare.
e poi si è girata e mi ha chiesto:
“ma te, come fai a entrare in una libreria e a scegliere un libro? son tutti uguali…”
mi ha messo un pochino tristezza.
Costruire biblioteche è come edificare granai, ammassare riserve contro un possibile inverno dello spirito.
(Marguerite Yourcenar-le memorie di Adriano)