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Non solo bombe: effetti della violenza strutturale sui Palestinesi

Creato il 20 gennaio 2014 da Maria Carla Canta @mcc43_

mcc43

 

Quest’articolo di  SALUTEINTERNAZIONALE.info  da cui traggo il brano seguente riporta l’attenzione sulla violenza strutturale, continua e quotidiana, connaturata alle Istituzioni  e alla volontà politica. Perché non solo le bombe feriscono o uccidono, ma l’esclusione sociale, economica e politica, la mancanza di libertà fondamentali, la perdita di controllo sulla propria vita, la paura e lo stress come condizione psicologica di base. Tutto ciò sulla popolazione palestinese, ma non mancano le ricadute su quella israeliana.

La serie “La Salute nel TPO”, pubblicata nel marzo scorso da The Lancet[3], affronta nei dettagli questo aspetto troppo trascurato da chi ancora insegue il miraggio di una scienza completamente distaccata dalla società. Utilizzando come cornice analitica il concetto di human security[4], vengono descritti i continui pericoli e le minacce alla sopravvivenza, allo sviluppo e al benessere in cui vive la popolazione palestinese: “Dal 2000 sono stati uccisi più di 6000 palestinesi, e la distruzione e il controllo israeliano delle infrastrutture ha limitato severamente l’approvvigionamento di combustibile e l’accesso ad acqua e servizi di igiene e sanità pubblica. Nelle prigioni avvengono torture e ai posti di controllo israeliani quotidiane umiliazioni. Il muro di separazione e i posti di blocco limitano l’accesso al lavoro, ai propri familiari, ai luoghi di culto e alle strutture sanitarie. I tassi di povertà sono rapidamente aumentati e quasi la metà dei palestinesi e’ dipendente dall’assistenza alimentare. La coesione sociale, che ha tenuto insieme la società palestinese, compreso il sistema sanitario, sta cedendo. Più di 9 miliardi di aiuti non hanno promosso lo sviluppo poichè i palestinesi mancano della sicurezza di base.”

Una tale situazione priva la popolazione degli strumenti essenziali per far fronte alle necessità di base per una vita decente, ossia della loro ‘sicurezza umana’, esercitando sulle persone violenze indirette[5], non colte dall’analisi superficiale che considera soltanto la violenza che ‘fa notizia’, ossia quella diretta, collettiva o individuale.

FORME DI VIOLENZA STRUTTURALE

Violenza Economica

  • Restrizioni e blocchi al movimento

  • Sistema di permessi molto difficili da ottenere

  • Disoccupazione e impoverimento

  • Marginalizzazione ed esclusione economica

  • Appropriazione e sfruttamento di acqua, terra, lavoro dei palestinesi

  • Mancanza di protezione sociale

Violenza Ambientale

  • Confisca e distruzione di terre agricole

  • Sradicamento di ulivi

  • Appropriazione e ridirottamento di corsi d’acqua

  • Scaricamento di rifiuti solidi e tossici nel TPO

  • Convogliamento dei rifiuti fognari delle colonie nelle terre palestinesi

  • Restrizioni ai movimenti e violenza da parte dei coloni per impedire ai contadini palestinesi di accedere alle proprie terre

  • Danneggiamento di infrastrutture con conseguente mancanza di acqua potabile

Violenza Politica

  • Occupazione militare

  • Insediamenti colonici

  • Negazione di auto-determinazione, sovranità e diritto al ritorno dei rifugiati

  • Closures e checkpoint
  • Frammentazione del territorio amministrativo

Violenza Religiosa

  • Linguaggio (popolo eletto)

  • Sionismo cristiano

  • Fondamentalismo

  • Demonizzazione dell’Islam

  • Negazione dell’esistenza dei cristiani arabi e nel medio-oriente

Violenza Culturale

  • Stereotipizzazione del palestinese = terrorista nei media, scuola e linguaggio

  • Discriminazione delle donne

  • Imposizione di altre culture e dei loro sistemi di valori

  • Distruzione di siti culturali e archeologici

   

   


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