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Non solo stipendi parlamentari: può uno stenografo del Parlamento guadagnare come il Re di Spagna?

Creato il 04 gennaio 2012 da Paopasc @questdecisione

Non solo stipendi parlamentari: può uno stenografo del Parlamento guadagnare come il Re di Spagna?

presa della Bastiglia

Piano piano ecco che vengono fuori le verità nascoste, trasformate in diritti acquisiti e intoccabili, che non riguardano solo la parte elettiva dei dipendenti pubblici ma anche quella assunta. E così, sul Corriere, grazie al solito duo Rizzo-Stella, si apprende che dopo gli attacchi da destra e da sinistra (dell'opinione pubblica) sugli stipendi dei parlamentari, il Questore leghista Paolo Franco si lascia andare a pesanti commenti
«Il contratto dei dipendenti di palazzo Madama è fenomenale. Consente progressioni di carriera inimmaginabili. Ed è evidente che contratti del genere non se ne dovranno più fare. Bisogna cambiare tutto»
Ma chi li ha fatti questi contratti? Non saremo stati per caso noi, senza saperlo? Non era lui stesso al governo fino a qualche mese fa? Sentite come proseguono Rizzo e Stella
Come può reggere un sistema in cui uno stenografo arriva a guadagnare quanto il re di Spagna? Sembra impossibile, ma è così. Senza il taglio del 10% imposto per tre anni da Giulio Tremonti per i redditi oltre i 150 mila euro, uno stenografo al massimo livello retributivo arriverebbe a sfiorare uno stipendio lordo di 290 mila euro. Solo 2mila meno di quanto lo Stato spagnolo dà a Juan Carlos di Borbone, 50 mila più di quanto, sempre al lordo, guadagna Giorgio Napolitano come presidente della Repubblica: 239.181 euro.
Ma non è finita qui. Sentite
 Al lordo delle tasse e dei tagli tremontiani, un commesso o un barbiere possono arrivare a 160 mila euro, un coadiutore a 192 mila, un segretario a 256 mila, un consigliere a 417mila. E non basta: allo stipendio possono aggiungere anche le indennità. Alla Camera un capo commesso ha diritto a un supplemento mensile di 652 euro lordi che salgono a 718 al Senato. Un consigliere capo servizio di Montecitorio a una integrazione di 2.101, contro i 1.762 euro del collega di palazzo Madama. Per non dire dei livelli cosiddetti «apicali». Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai rapporti col Parlamento Antonio Malaschini, quando era segretario generale del Senato, guadagnava al lordo nel 2007, secondo l'Espresso, 485 mila euro l'anno. Arricchito successivamente da un aumento di 60 mila che spappolò ogni record precedente per quella carica. 
Come è possibile continuare a mantenere questi assurdi privilegi e, peggio ancora, come è stato possibile arrivare a questi obbrobri, quando  la gente si toglie la vita perchè non ha più soldi? E' uno scandalo enorme, taciuto e nascosto che ora viene fuori solo perchè i politici sono aggrediti dall'opinione pubblica. Alzi la mano chi non si sente scandalizzato da questi trattamenti mentre il popolo è affamato. Occorre una rivoluzione, pacifica, ma occorre una rivoluzione. Questo governo dei tecnici non è in grado di farla, si vada subito alle elezioni e si spazzi via la classe politica che ha dato origine a tutti questi disgustosi privilegi per questa parte di dipendenti pubblici. Si metta subito una pesante tassa su questi stipendi da nababbi e si ponga immediatamente fine a questi anacronistici privilegi di supercasta. Ma nè questo  Governo nè questo Parlamento vogliono farlo. Per una volta ha ragione la Lega: elezioni subito.

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