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Non spingete

Creato il 12 gennaio 2011 da Femminileplurale

Non spingete

Eccola lì che galleggia: la parola “Gnocca” a metà della home page dell’Unità. È stata inserita all’interno di un simbolo elettorale, con il fondo azzurro e il tricolore. Sotto, l’usuale pubblicità ingannevole di “Berlusconi presidente” e una domanda ammiccante: “Perché non spingersi un tantino più in là?“. Clicco e vengo rimandata a un generatore automatico di simboli del partito. Oltre a “Gnocca” ci sono “Presepe”, “Ferie”, “Gratis”, “Scudetto”, tutti nel simbolo in compagnia di “Berlusconi presidente”.

Si sta prendendo in giro l’ultima trovata di Berlusconi il quale, dopo la scissione dei finiani, starebbe cambiando nome al partito. Si sta prendendo in giro il fatto che, in questo casino, lui stia pensando al naming (e nemmeno in modo originale, dicono esperti di marketing). A quanto pare abbiamo davvero tanta voglia di prenderlo in giro.

È difficile discernelo con chiarezza, ma forse il messaggio è più o meno questo: “noi” vorremmo che “loro” si occupassero di cose serie, ma “loro” non non lo fanno e “noi” non abbiamo mezzi per impedirgli lo sfacelo, perciò, almeno, abbiamo voglia di ridere. Spingendoci più in là. Un tantino. Per stavolta. Che male c’è.

Spingersi in là è un concetto che può piacere, purché sia comprensibile la direzione. Perché derubrichiamo linguaggi e immagini violente a scherzo, a barzelletta? Spingersi in là, ma là dove? Là-dove-si-dice-gnocca? Perché allora “là” a me suona di destra smargiassa, maschilista, testoteronica per ideologia, violentemente affezionata allo status quo. Davvero, come alle elementari, ci basta una parolaccia per ridere? Per ridere di cosa poi.

Mi scuserà l’amica Concita se questo mi è venuto in mente vedendo galleggiare “Gnocca” a metà dell’home page dell’Unità, ma abbiamo un disperato bisogno di idee nuove. Senz’altro dobbiamo restare concentrate sui contenuti, ma non possiamo permetterci di sottovalutare l’emergenza comunicativa del movimento femminista. Se vogliamo veicolare un messaggio di rottura col passato del nostro genere, che sia di rispetto dell’autodeterminazione e di equità nella differenza, non possiamo continuare a usare idee obsolete, inutili e offensive. Non è questa la direzione, perciò non spingete, non spingiamoci. Questo non è il “nostro” modello di comunicazione, è il “loro”. Convinte di esserne immuni, l’abbiamo fatto nostro. Credevamo di ridicolizzare, abbiamo iniziato a ridere. Siamo diventate aguzzine, e che siamo in buona fede non è una gran consolazione. Anzi, l’aspetto più triste è che questo stia succedendo senza che noi ce ne rendiamo conto anzi, pensiamo di aver fatto una gran bravata: ci spingiamo più in là, siamo di sinistra e abbiamo detto “gnocca”, ah ah, gran colpo, che titolo, li abbiamo fregati, non si rialzeranno mai più.

Sai che risate. Che strategia.


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