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Non succede ma se succede...

Creato il 10 maggio 2010 da Piesio

Bellissima giornata a Roma, ieri. All'Olimpico atmosfera da grande occasione, sia per il risultato in palio, sia per il saluto alla squadra per l'ultima partita in casa. In tanti credevano ancora allo scudetto, i miei colleghi per primi. Non è finita, mi raccomando tu che vai allo stadio, crediamoci ancora. Così mi dicono. Un pò mi imbarazza questa cosa, di crederci e di andare allo stadio a crederci, che io sono del Milan. Voglio vedere l'atmosfera di una partita casalinga della maggica, anche se sarebbe molto bello che la Roma vincesse lo scudetto a scapito dell'Inter. Per la serie accontantiamoci di quello che c'è.
Arriviamo precisi precisi per la presentazione dello speaker, che dopo aver chiamato i giocatori del Cagliari, passa in rassegna i titolari giallorossi, tenendo per ultimo il capitano alias pupone. Lo stadio lo aspetta, lo cerca, urla il suo nome, lo ama. E gli perdona anche le cazzate, come quella della settimana scorsa. Non bastasse, gli perdona anche i primi 70 minuti della sua partita, nella quale lo si vede al massimo pestarsi i piedi con la bella statuina Toni. Perchè la Roma non gioca bene, per un tempo, nonostante i due pali colti. Molto possesso palla nel primo tempo, i giallorossi schiacciano il Cagliari nella propria metacampo ma cercano troppo di sfondare centralmente, dove c'è traffico. Nessun tiro dalla distanza, nessun cross nonostante le sgroppate di Riise. Il pubblico esulta quando il Chievo passa in vantaggio a Milano, ma la gioia dura pochi secondi, l'Inter prima pareggia, poi dilaga nel corso del primo tempo. La ripresa comincia sulla falsa riga del primo tempo, col Cagliari che quasi si vergogna a presentarsi in avanti, e quando capita, come con Jeda, spreca facili occasioni per portarsi in vantaggio. Fino a quando, su un calcio di punizione discutibile, gli isolani passano in vantaggio con Lazzari, entrato da poco e subito in palla. Sconforto sugli spalti, non solo per il risultato quanto per la prestazione della squadra che non lascia presagire quello che avviene dopo lo svantaggio. In pochi minuti Totti prova due volte il tiro, senza riuscire a segnare, finchè viene imbeccato in area e con un diagonale strozzato beffa Lupatelli, subentrato nella ripresa all'infortunato Marchetti. A questo punto il pubblico ci crede e spinge la squadra a buttarsi in avanti. Lo fa anche Riise, che nella ripresa si è visto poco, quando Menez e Taddei hanno cercato di allargarsi sulla sua fascia. Un suo cross procura -fallo di mano- il rigore della vittoria, che Totti trasforma con un rasoterra angolato. Lo stadio esplode, è fatta, lo scudetto si giocherà all'ultima giornata, e molti considerano questo una vittoria in sè.

 

Non succede ma se succede...

L'atmosfera sugli spalti è bellissima, cantano tutti l'inno e altre svariate canzoni di Venditti, che ci penso e mi chiedo se non abbia scritto canzoni solo per Roma e per la Roma. I giocatori fanno il giro di campo con i bambini, per salutare i tifosi che li hanno sostenuti tutto l'anno, poi sulle macchinine di soccorso sfrecciano Totti, Riise, Mexes.
Si canta Vinceremo il tricolor, io non ci credo e non canto, e poi sono milanista, dovrei cantare Vincerete il tricolor ma non ci credo comunque e non canto. Come dicono qui: non succede, ma se succede...
 


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