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Il cercatore di conchiglie incontrò la donna che portava una rosa bianca tra i capelli. Era bella. Si era fermata sullo spigolo della porta che introduceva alle vie della Medina.
I venditori di collane portavano tra le mani perle rosse. La donna dalla rosa bianca di chiamava Isamael. Il cercatore di conchiglie portava un nome spagnolo e armeno: Garciariantian. Era stato a Istanbul e da lì un lungo camminare lo aveva condotto in Cappadocia.
Le pietre sono sguardi e gli sguardi hanno occhi di smeraldo.
Isamael aveva il sorriso delle donne arabe. Forse raccontava il Mediterraneo. Ma la sua terra era Occidente ed Oriente in un unico viaggio.
Tra i riccioli i petali della rosa. Conosceva la preghiera delle Moschee.
Garciariantian portava con sé la Croce e l'Armenia. Il loro spazio fu un incontro. Il loro incontro si chiuse nello spazio e fu una recita.
Isamael disse: "Mi sembra di aver vissuto tante vite. Ma le mie vite sono un solo viaggio viaggiato tra le onde e la schiuma del mare. Ma se tutto ha una fine, tutto ha avuto un inizio. Non bisogna mai ripensare alla fine. Sempre l'inizio ha il senso della fine".
Il cercatore di conchiglie raccoglieva suoni. Ascoltava suoni che sembravano perduti. Sapeva, comunque, che mai nulla è sconfitto. Mai perduto.
La donna disse ancora al cercatore: "Io non ho mai navigato i mari. I mari hanno navigato la mia anima".
Il cercatore raccolse un filo di conchiglie e legò i due estremi intorno al collo della donna e così parlò: "Se dovessi avere paura, un giorno potrà accadere perché tutto accadere potrà nell'imprevedibile del mistero, non temere. Ascolta una delle conchiglie che ti scendono sul petto e lascia che sia l'eco a parlare. Sono tredici le conchiglie. Come le lune. Offriti alla pazienza e il Sole ti legherà alle stelle e se ciò non dovesse bastate affidati al silenzio. Nelle notti ti farà compagnia la solitudine".
Si guardarono profondamente nel cavo dell'anima e partirono.
Il cercatore di conchiglie ora abita l'eco. La donna con la rosa nei capelli ha il mare tra le mani.
Così.
C'è sempre una foglia d'erba tra la pausa di un segreto il vento tra i rovi che raccoglie il mistero.
Il Cercatore di Conchiglie scrisse sulla sabbia: NON TEMERE. SE CI SARÀ LA PAZIENZA LE VIE TI VERRANNO INCONTRO.
Scrisse queste parole in lingua armena.
La donna araba, in silenzio, raccolse la sabbia e la custodì in una mano.
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