“Non ti amo più.” “Perché?” “Perché no.” “Ma io ti amo.” “Io no.” “Ma che cosa ti ho fatto?” “Niente.” “Dipende da me?” “No, da me.” “Non c’è niente da fare?” “No.” “E’ finito tutto?” “Sì.”
Improvviso. Brutale. Imparabile. Il primo amore non si scorda mai, ma nemmeno il primo disamore. Io sono ancora sotto shock. Era un amore così bello, lo davate per scontato come quello della mamma, credevate che non sarebbe mai finito. Ma all’improvviso, senza una ragione apparente, “non ti amo più”. Un terribile senso di vuoto, la ricerca di un appiglio che non c’è. Non è come se aveste qualcosa da farvi perdonare, allora vi buttereste per terra e supplichereste il perdono. Ma il problema non siete voi, è lei. Da allora non vi fidate più. Come dice Montale, per voi la felicità è “al piede teso ghiaccio che s’incrina.”
Una volta l’ho chiesto a mia moglie in un momento di crisi: “Non mi ami più?” Lei mi ha gettato uno sguardo terribile e si è battuta l’indice sulla tempia. “Sei impazzito o che cosa?” Cara Dédé, me lo avevi promesso e me lo hai confermato: tu sei per sempre.
Dragor
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