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Se dico che questa è la premessa della mia recensione di Twilight (il primo libro della saga), credo di aver detto tutto.
Anche se non ero per niente attirata dall'idea di leggerlo, la pressione congiunta di una mia cara e stimatissima amica e della mia competentissima bibliotecaria ha fatto sì che cedessi al fascino assassino di Edduccio e famiglia.
Che dire? Non capisco benissimo il fenomeno mediatico, perché il libro tutto sommato mi pare senza grandi infamie e senza lode. Ma non capisco neanche che il libro in sé sia così odiato. Capisco l'odio per il fenomeno Robert Pattinson & Co, ma il libro è un piacevole svuotacervello con i suoi pregi e i suoi difetti.
Ecco, per i miei gusti sono più interessanti i romanzi di Anita Blake (i primi, almeno), in cui la narrazione ha un ritmo più avventuroso, o gli episodi di True Blood, più crudi e divertenti (e che oltretutto mostrano Aleksander Skarsgard nudo almeno una volta a episodio).
Twilight ha un andamento che fino a 3/4 del libro è quello di un romanzo Young Adult: l'adolescente imbranata e timida che arriva in una nuova scuola e che si innamora ricambiata del più figo della scuola. L'unica differenza è che, in questo caso, il figaccione è un vampiro a dieta: per motivi etici si nutre solo di animali ma ciò gli causa una fame perenne (porello, lo capisco, e lui non ha neanche l'obiettivo di perder chili!).
Ecco, Edward non è 'sto personaggione ma non è neanche il palinculo che si potrebbe immaginare vedendolo interpretato da Robert Pattinson. Oltretutto è anche un vampiro giovincello (almeno, per i miei gusti): ha circa 100 anni e non ha ancora capito che umani e vampiri son due cose proprio diverse (in realtà, mi sa che nella sua "famiglia" questa cosa non l'hanno capita neanche i più vecchi).
Un po' ridicolo è il modo in cui Bella lo vede: per lei è vecchissimo, tutto quello che fanno i vampiri è fighissimo anche quando si tratta di tamarrate super... insomma, mi vien da pensare che se Bella entrasse in casa mia e vedesse i miei libri, sentisse mio marito suonare vari strumenti e scoprisse che io leggo persino il latino, ci prenderebbe per vampiri fighissimi pure noi. Ma ci sta: Bella è un'adolescente della provincia americana (per quanto non ignorante né stupida), mica una liceale classica italiana con la fissa della cultura.
(Parentesi: avevo 16 anni quando vidi Dracula di FF Coppola per la prima volta, 18 quando vidi Intervista col Vampiro. Lestat già allora mi pareva un giovincello arricchito, per dire.)
Poi vabbe', la signora Meyer dovrebbe proprio lasciar perdere le narrazioni avventurose: introduce i cattivi quasi alla fine del libro e risolve la vicenda in modo veramente ultraridicolo. Per questo non ha scuse: son d'accordo che non si potevano introdurre prima, ma si poteva o allungare il libro o finirlo con un cliffhanger.
Però insomma, non è che questa defaillance narrativa renda illeggibile il libro. Ripeto, gradevole svuotacervello, ma non mi sento smaniosa di proseguire con gli altri romanzi (come invece mi è capitato per le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco o per Bartimeus o per Hellboy o per Gea).
Ecco, se dovessi paragonarlo a un altro fenomeno mediatico che invece non mi ha catturata, lo paragonerei alla Trilogia Millennium, di cui ho letto il primo romanzo ma non sento il bisogno impellente di leggere gli altri 2 (né li rifiuterei, se mi trovassi ad averli in mano senza altre priorità).
Con buona pace di chi lo ama alla follia o lo odia totalmente.
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