Eccoci agli sgoccioli delle vacanze e alcuni di noi sono tuttora rallegrati (?) dalla compagnia dei nipotini. Le mie piccole note rischiano di riuscire un po’ acide… Ma guardandomi attorno, non posso fare a meno di pensare che talvolta, con l’impegno dei nonni, si ecceda alquanto. Ed essi, pur lieti dell’affetto dei piccoli e in certo senso orgogliosi del contributo che arrecano al benessere della famiglia allargata, manifestano una certa stanchezza. Giustificata, ritengo.
Niente di personale, ci tengo a chiarire: sono tutt’altro che oberata! L’età e la collocazione geografica dei due nipoti hanno ridotto negli anni il nostro impegno; le occasioni d’incontro e di ospitalità rappresentano una gioia attesa e, di necessità, meno frequente di quanto ci piacerebbe. Amici e conoscenti si trovano di solito in condizioni di maggior vicinanza, certo gradita poiché non si tratta di convivenza o affidamento continuativo, e consente loro di seguire la crescita dei piccoli con la partecipazione e l’interesse che merita. Tuttavia la serie d’impegni che ne deriva riesce a essere consistente.
Utilizzo quale esempio una coppia che ha due figlie, mamme rispettivamente di due e tre bambini dai 13 ai 3 anni. Tutti vivono durante l’anno nella stessa città e trascorrono l’estate nel medesimo condominio al mare, dove le nuove famiglie hanno, in successione, preso casa. In inverno la nonna si reca un giorno a settimana presso ciascuna figlia (il tragitto con i mezzi richiede un paio d’ore): preleva i nipotini a scuola, li accompagna in palestra, intrattiene in casa, eccetera. Compleanni e ricorrenze varie vengono festeggiati nella casa d’origine , adatta allo scopo; se si opta per altra location, lei non manca di approntare le sue lodate torte e altri generi di conforto.
A chiusura delle scuole ci si sposta al mare. Due nipoti, i cui genitori rimangono in città, vengono ospitati dai nonni, i quali tengono d’occhio anche gli altri tre, che spesso rimangono da soli con la tata perché il papà è fuori tutta la settimana la mamma ha impegni di lavoro sia pure flessibili. In agosto tutti hanno le ferie e i nonni sono liberi, salvo imprevisti. Ma rientrano in servizio a settembre, fino all’inizio dell’anno scolastico, quando il ciclo si rinnova.
Interventi di questo tipo, anche più assidui, sono molto diffusi. Non pochi nonni accompagnano e/o riprendono i nipoti a scuola quasi tutti i giorni, li ospitano regolarmente ai pasti e, se occorre, anche a dormire. Amano i piccoli, forse sarebbero rattristati da una minore assiduità e spesso ripetono che i nipoti riempono loro la vita. Ma talvolta si dicono stanchi della routine, lamentano di non aver tempo per se stessi e vorrebbero figli meno bisognosi di ( o pronti a chiedere) aiuto.
Naturalmente il mio consiglio è di evitare gli eccessi. La disponibilità dei nonni non rappresenta un diritto per i genitori, che dovrebbero essere in grado di cavarsela, salvo casi particolari; i nonni, pur presenti e assidui, non dovrebbero assumere impegni genitoriali, rinunciando a impiegare in autonomia la loro terza (o quarta) età.
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