Pubblicato da fabrizio centofanti su maggio 22, 2012
da qui
Mi ritrovo a parlarti
come se fossi qui.
E’ la prima volta che mi chiedo se
sia normale pensarti
accanto a me, davanti alla basilica;
che cosa direbbero
i miei parrocchiani se sapessero
che ti chiedo: ti piace la facciata,
oppure preferisci il campanile?
E’ curioso vedere tanta gente
in estasi di fronte al Battistero,
mentre a me riesce solo di guardarmi
dentro, cercando un volto,
un sorriso, una parola, il segno
che ci sei, e che in questa giravolta
di colori si possano incontrare
i tuoi occhi; che ancora abbia la forza
di rispondermi, dire: il campanile,
che sembra accompagnarci fino al cielo.
E’ là che sei? E’ solo un’illusione
pensare di parlarti,
sognare di non essere più solo?
O invece è tutto vero,
e possiamo sorridere di quelli
che ridono di noi,
mangiare al ristorante,
inseguire la luna che c’incanta
un’altra volta, decidere che poi
c’è sempre un altro giorno, nonostante?