Cos'è una notte bianca? Se ben ricordo in Italia la prima si tenne a Roma nel 2003 per iniziativa dell'allora sindaco Veltroni. Fu caratterizzata dal famoso lungo black out che costrinse i partecipanti ad un insolito e involontariamente accattivante girovagare per mostre al buio. Le notti bianche si organizzano in tutto il mondo e sono caratterizzate da mostre, istallazioni, iniziative culturali di ogni genere.
A Montegranaro teniamo la nostra notte bianca il sabato della settimana in cui si svolge il Veregra Street Festival. Ma la nostra notte bianca è un po' diversa: gli spettacoli degli artisti di strada sono già per lo più terminati in orari prossimi alla mezzanotte e quello che accade dopo è una grande festa dei giovani che possono passare la notte in strada a divertirsi. Fin qui tutto bene, anche se la definizione di "notte bianca" andrebbe cambiata.
Il problema, come sempre, sta nei comportamenti. Già alle due di domenica mattina girava gente persa nei fumi dell'alcool. Nella piazzetta dedicata al nostro indimenticato Don Peppe Trastulli si è tenuto uno spettacolo di lap dance e non credo debba aggiungere altro. I danni e la sporcizia per le strade hanno provato che di tutto si è trattato tranne che di un'iniziativa culturale.
Intendiamoci: sono assolutamente sicuro che la stragrande maggioranza dei giovani che hanno partecipato si sia divertita in modo pulito ed ha avuto un comportamento civile. Ma c'è sempre quell'esigua minoranza che rovina tutto, quella che passa la notte a gridare senza il minimo rispetto per chi invece che divertirsi vorrebbe semplicemente dormire, quella che scambia le vie del centro storico per un orinatoio, quella che deve per forza spaccare qualcosa.
Credo che dovremmo ripensare il meccanismo della nostra "notte bianca": ad esempio potremmo limitare la vendita di alcolici dopo una certa ora, controllare maggiormente il comportamento dei partecipanti con un servizio d'ordine efficiente. Magari potremmo dare alla manifestazione un taglio culturale un po' più elevato in modo che gli scalmanati navighino verso altri lidi. Oppure cambiamogli nome.
Luca Craia