Negli archi di Palazzo della Pilotta risuona forte la musica di una fisarmonica e sorride lo zingaro appoggiato a un'imponente colonna, tra i volti indifferenti dei passanti, apparentemente sordi alla melodia.E' un gran vociare nel mercato lì accanto. Dai tendoni carichi d'acqua di tanto in tanto cadono improvvise cascate e oscillano i fili e i teloni bianchi, come funi e vele in un mare in tempesta.
Cammino veloce, nelle vie bagnate, col vento che mi respira forte dietro l'orecchio, tra il cappello e un boccolo(sì, conserverò il tuo segreto).


Salgo al secondo piano del Palazzo del Governatore a sbirciare da una finestra una vista inaspettata, la cupola del Sangallo della Chiesa della Steccata.
E poi in via Nazario Sauro, a respirare il profumo di pane e prendere le meringhe per metà inzuppate nel cioccolato e se si alzano gli occhi c'è un meraviglioso balconcino romantico, dove la piante selvagge hanno preso il sopravvento e mandano baci di petali rossi.



Il parco è una sinfonia d'autunno, un valzer di foglie e rami, malinconie e desideri.

Congedati tigli e ippocastani ecco il cilindro di Verdi: “tornate all'antico e sarà un progresso”.MB
