Possibile che un pericoloso killer si aggiri indisturbato nelle impervie eppur domestiche Alte Langhe piemontesi? Parrebbe di sì, dato che fra residenze di campagna, calici di sauternes, bagna cauda e barbera, fastosi o scombinati matrimoni, avvenenti – o meno, alcune parecchio meno – signore firmate, pattuglie della polizia, castelli aviti, cascine crollate, lugubri marchesi, giovani formaggiai, astuti pataccari, vedove, cani, gatti, caprioli, cinghiali, volpi, tassi e ghiri, boschi, pizzerie, barche in costruzione nel porto dei Savona, scrittrici fasulle e giovinastri di paese, atavici odii fra vicini e patrimoni trafugati (ma altri solidissimi), un assassino misterioso semina in una manciata di ore una serie di sanguinosi omicidi. Una commedia nera, nerissima, e un inestricabile rompicapo di mezza estate (giugno, tempo stupendo, nelle più grandiose e segrete colline del nord Italia) risolto, com’è naturale, dal flemmatico maresciallo Giuseppe (Beppe) Buonanno comandante della stazione CC di Monesiglio coadiuvato da Sebastiano Guarienti, noto – molto noto agli affezionati lettori della saga farinettiana – sceneggiatore nato a Bra (Cn). Finale, dunque nella tradizione. Forse.
Gianni Farinetti torna ai temi e alle atmosfere diDelitto fatto in casaeL’isola che brucia
Gianni Farinetti(Bra, 1953) ha esordito in narrativa con Marsilio con il romanzoUn delitto fatto in casa(premio Grinzane Cavour autore esordiente 1997, premio Premier Roman Chambery 1997). Con Marsilio ha pubblicato ancheL’isola che brucia(premio Selezione Bancarella 1998),Lampi nella nebbia(2000),Regina di cuorieLa verità del serpente(2011). Con Mondadori sono uscitiIn piena notte(2002),Prima di morire(2004) eIl segreto tra di noi(Premio Via Po 2009). I romanzi sono tradotti nei maggiori Paesi d’Europa. Vive fra Torino e le Langhe.