Nozze reali: una torta di Ikea per Victoria e Daniel

Creato il 09 giugno 2010 da Marinam

Va bene, va bene, mi arrendo. Dopo aver fatto finta di niente per giorni e giorni, oggi sono costretta a gettare la spugna e a rassegnarmi: se persino Ikea festeggia le nozze reali dovrò pur farlo anche io. Motivo di tutto questo disinteresse, che per il livello della mia passione rasenta il patologico (quasi quasi mi preoccupo da sola)? Ecco a me i due mi convincono davvero poco, meno di tutte le fanciulle di umili natali che si sono, di recente, issate sui gradini dei troni più prestigiosi, meno di tutti gli eventi royal o giù di lì di questi anni. Sarà perché ma chi cavolo ci crede alla favola di Cenerentolo (anzi a me, se ci penso, viene in mente solo il film con Jerry Lewis) che dalle cucine arriva fino ai saloni del palazzo reale a sposare la principessa azzurra? Semanticamente parlando e anche storicamente ed antropologicamente, Cenerentola è una lei. Punto e basta. E infatti lui, se lo guardate bene ancora sta lì, con la faccina seria e i capelli impomatati, a domandarsi “ma chi cavolo me l’ha fatto fare?”. E poi c’è anche la storia, triste, del matrimonio fallito di Madelaine  che getta su queste nozze un velo di malinconia. E c’è da chiedersi se il giorno delle nozze (sabato 19 giugno per chi non lo ricordasse) la stampa mondiale giunta in forze a Stoccolma si concentrerà sull’abito di Victoria o sul viso triste della sorella.

Ecco insomma per dire che non prendendomi nel giusto modo il tema, sentendomi in fondo libera (altrimenti questo non sarebbe un blog personale, ma una testata giornalistica con onori e oneri), ma considerandomi comunque legata da un impegno morale con i lettori più fedeli (siete in tanti e vi ringrazio), vi propongo un escamotage. Per il quale devo dire GRAZIE ad una fedelissima della prima ora Sisige (questo il nick, mi sono dimenticata di chiederle se vuol comparire con nome e cognome) che mi sta dando una mano con una serie di traduzioni e mi/vi ha fatto un regalo. Per il cadeau ci vorrà ancora qualche giorno perché devo domare un pdf, per il resto, cioè per una serie di stralci molto interessanti da giornali stranieri ecco qua. Buona lettura.

Dal Times

“Per decenni, mentre le altre monarchie europee hanno barcollato da crisi a crisi, è sembrato che la famiglia reale svedese non avesse fatto un passo falso. Adulterio, divorzi, partners con un dubbio passato – tutti problemi che si fermavano alla frontiera. Nei mesi passati comunque, i Bernadotte sono sembrati più vulnerabili. Già pare anomalo che gli svedesi – fieramente democratici – abbiano ancora una famiglia reale. Questo dopo tutto è un Paese non solo sinonimo degli Abba, delle Volvo, dei mobili da montare IKEA, ma anche di tasse elevate, di una assistenza sociale presente per tutti i momenti della vita di una persona e di un sistema educativo molto ammirati dove i ragazzi provenienti dai ceti operai frequentano le stesse scuole di quelli della classe dirigente.

Ma la famiglia Bernadotte è chiaramente più uguale ai suoi concittadini di quanto non lo siano i colleghi. La Svezia, come i suoi vicini, Danimarca e Norvegia, ha una monarchia di vecchia data con tutti ciò che ne consegue: una serie di palazzi con guardie dalle uniformi blu e buffi copricapi appuntiti, una aristocrazia con titoli lunghi e complicati e un cocchio reale tirato da cavalli che porterà la sposa e lo sposo il giorno del matrimonio lungo la capitale. Ma le origini della famiglia non sono proprio regali come potrebbe sembrare. Il fondatore della dinastia, Carl Johan XIV, che ha regnato su Svezia e Norvegia dal 1818 al 1844, era nato Jean Bernadotte a Pau nel 1763 da una famiglia della borghesia francese del sud ovest della Francia, vicino alla frontiera spagnola.

Le guerre napoleoniche ne hanno fatto la fortuna. Dopo essere diventato maresciallo dell’armata di Napoleone (ed aver sposato la prima fidanzata dell’imperatore, Desirée Clary), al soldato francese, diventato nel frattempo maresciallo dell’Impero e principe di Pontecorvo, viene offerta l’opportunità di diventare principe ereditario di Svezia, visto che il re Carl XIII non aveva eredi. L’ex rivoluzionario – che aveva le parole ‘Mort aux roi!’ (morte ai re) tatuate sul suo corpo – si trasforma in un monarca autoritario e tradizionalista, dando un modello di potere reale che sarebbe durato per il resto del secolo.

I social-democratici avrebberp cambiato tutto ciò. Il partito, che ha dominato la politica svedese dagli anni 30 del ventesimo secolo e che ci si aspetta ritorni al potere nel prossimo autunno dopo quattro anni di confusione politica, ha tenuto viva l’idea della abolizione della monarchia nei suoi programmi dal momento della sua fondazione nel 1889.

I suoi leader però hanno sempre trovato qualcosa di più importante da portare avanti – non ultimo perchè non vogliono inimicarsi i loro sostenitori della classe lavoratrice che sono affezionati ai loro re. “Certamente sono un repubblicano’’ dichiarava Tage Erlander, il primo ministro social-democratico dal 1946 al 1969, “ma non significa che voglio una repubblica’’

Dopo decenni di avanti e indietro, negli anni ’70 fu raggiunto un compromesso con i conservatori dal successore di Erlander, Olof Palme (il cui assassinio nel 1986 rimane uno dei grandi misteri insoluti della Svezia): alla Svezia rimane un re capo di stato, ma diversamente dall’Inghilterra – o dalle altre monarchie europee  – non avrà più nessun peso nel suo sistema politico. Dal gennaio 1980 il Paese ha deciso che le donne debbano avere uguali diritti al trono rispetto agli uomini, facendo della Svezia la prima monarchia al mondo con uguale diritto di primogenitura. Tale regola è retroattiva: Carl Philip, che ha trascorso i primi sette mesi della sua vita come erede al trono, è passato al secondo posto dopo Vittoria. Il re era contrario, ma con il poco peso politico concessogli, non ha potuto fare nulla.

Nonostante le loro origini borghesi, i Bernadotte si sono molto impegnati a trasformarsi in una famiglia reale a tutti gli effetti; ciò significa che ai suoi membri era vietato sposare svedesi ma solo principesse straniere, normalmente tedesche. Nella dinastia c’è stata anche una aggiunta di sangue inglese: il nonno del re, Gustavo Adolfo VI, che ha regnato fino al 1973, si è sposato con la principessa Margaret di Connaught, figlia del terzo figlio della regina Vittoria, Arthur e poi con lady Louisa Mountbatten, sorella di lord Mountbatten e zia del principe Filippo consorte della regina Elisabetta II.

L’attuale monarca, Carl Gustav XVI  ha rotto la tradizione sposando Silvia Sommerlath, figlia di un tedesco proveniente dalla classe media e di una brasiliana. I due si sono conosciuti quando lei faceva la hostess ai Giochi Olimpici di Monaco nel 1972. Silvia Sommerlath non è assolutamente di origine regale ma almeno non è svedese.

Tutto ciò rende la scelta del consorte da parte della figlia Vittoria veramente straordinaria. Daniel Westling, futuro principe ed Altezza Reale, è nato non in un sobborgo elegante di Ockelbo, una cittadina nel profondo nord della Svezia. Dopo aver studiato come insegnante di educazione fisica si imbarcato in una carriera di personal trainer con una differenza. Il Master Training, il club sportivo che ha collaborato ad aprire a poca distanza dallo Stureplan, è un posto esclusivo nel quale si entra solo presentati da due soci e il costo elevatissimo dell’abbonamento annuo tiene alla larga i comuni mortali. Nonostante la sua palestra chic, Westling era sempre un personal trainer. La principessa Stephanie di Monaco può aver sposato la sua body guard, ma la Svezia, non è un mini-principato sul Mediterraneo. E Vittoria sarebbe stata la prossima regina. Iniziano spiacevoli paragoni tra Westing e Bergstrom, il ragazzo di Madeleine, al quale il re avrebbe dato più volentieri il benvenuto in famiglia.

Westling intanto studia da principe consorte, migliora l’abbigliamento, il taglio di capelli e la sua piccolo Alfa Romeo viene sostituita da una imponente Lexus. Perfeziona il suo inglese e cerca consigli a livello di immagine presso una società di pubbliche relazioni di primo piano. Invece di scappare dai giornalisti, risponde con un educato ‘no comment’. Nel febbraio dell’anno scorso, facendo dire ai media ‘’Finalmente!’’ lui e Vittoria annunciano il fidanzamento. Tre mesi dopo arrivò una nuova sorpresa: il palazzo rivela che Westling, che sembrava giovane, sano e in forma, dovrà subire un trapianto di rene con suo padre come donatore. Curiosamente, non era mai stato fatto cenno, in precedenza, al fatto che il giovanotto avesse problemi di salute”.

Ah dimenticavo, sono aperte le scommesse sul diadema della futura sposa. Secondo voi quale indosserà? Ecco una piccola selezione dalla cassaforte reale. Non ho escluso le pietre colorate, perché non si sa mai, in fondo Victoria è una ragazza moderna. La storia del magnifico ed imponente diadema con i cammei la trovate qua, la regina Silvia l’ha portato nel giorno delle sue nozze, il 19 giugno 1976.

ps per questioni varie (anche personali) ho inserito la moderazione nei commenti, quindi se non li vedete comparire subito portate pazienza.


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