Di fronte a quanto accade a
Fukushima il programma nucleare, su cui tanto aveva puntato il governo italiano,
rischia di frenare.L'ultimo stop è arrivato dal leader
Umberto Bossi "Sul nucleare - ha detto Bossi - decide il territorio. E il
Veneto non vuole centrali".Sostenere, come fa il laeder leghista, che "
decide il territorio" significa in realtà che nessuna nuova centrale si farà. Se il Veneto, infatti, è pronto a dire no, perché dovrebbero dire di sì i cittadini delle altre regioni? Sul nucleare occorre fermarsi e riflettere tenendo conto della situazione disperata di Fukushima, impostando un programma se più prossimo a uno stop!, anche perché incombono i referendum. Alla polemica nucleare sì, nucleare no si aggiungono infatti le parole del sottosegretario al ministero dello Sviluppo Economico, Stefano Saglia, intervenuto nel corso della seduta delle Commissioni Ambiente e Attività Produttive della Camera.La seduta aveva come oggetto proprio il programma nucleare italiano.Poco più di un anno fa, la Cassazione 1 ha infatti stabilito che, per la costruzione di un impianto nucleare, lo Stato ha l'obbligo di chiedere un parere alle Regioni interessate, parere però "non vincolante" rispetto alla decisione. E, a fine 2010, la Consulta aveva bocciato le leggi regionali 2 con cui Puglia,
Calabria e Campania avevano "vietato" il nucleare nel loro territorio, legiferando in una materia che è specifica competenza del governo centrale
.Ebbene, per Saglia quel parere regionale ora diventa politicamente vincolante: "
Non si potranno realizzare le centrali nucleari nelle Regioni che si esprimeranno negativamente sulla localizzazione degli impianti nel loro territorio e il programma energetico nucleare non potrà essere realizzato in assenza di una totale condivisione delle comunità territoriali coinvolte" ha volutamente sottolineato ieri sera il sottosegretario.
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