Immagino che la notizia abbia rovinato i festeggiamenti per il recente record mondiale nella produzione di energia solare.
Nei prossimi anni, infatti, la Germania spenderà circa 32 miliardi di euro per dire addio al nucleare. Una scelta nata all’indomani di Fukushima, ma che rischia di diventare un insostenibile fardello per le casse tedesche. E sì che stiamo parlando del Paese europeo che sta soffrendo la crisi meno di qualsiasi altro.
Tuttavia, Angela Merkel sembra decisa a proseguire su questa strada, al punto da aver riesumato i piani di Verdi e Socialdemocratici rendendo le tempistiche ancora più strette.
L’ultima delle centrali atomiche tedesche verrà infatti spenta, in base alla scelta della Merkel, già nel 2022.
Intanto, da circa un anno, in Germania la percentuale di energia prodotta dalle fonti rinnovabili ha raggiunto quella prodotta dalle centrali atomiche, più o meno il 30% del totale.
Il che, per il popolo tedesco, è certamente una buona notizia dal punto di vista ambientale ma molto meno da quello economico. Perché tanto più si procede con lo spegnimento dei reattori e la costruzione di nuovi impianti rinnovabili (soprattutto eolici), tanto più aumentano i costi futuri dell’energia. Gli ultimi calcoli, appena resi noti, parlano di una necessità di una spesa di almeno 20 miliardi per costruire nuove linee per il trasporto di energia elettrica, più 12 per la costruzione degli stessi impianti eolici e fotovoltaici.
Senza contare che il Paese dovrà anche ricorrere a nuove centrali a gas, pena aumentare la propria dipendenza energetica dalla Russia.
Quello che resta da vedere, è come i tedeschi accetteranno di sostenere tutte queste spese quando da teoriche diventeranno pratiche.
[foto da dirittodicritica.com]