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Nuk’em all: Last Resort (pilota, 2012)

Da Silente

Nuk’em all: Last Resort (pilota, 2012)A Shawn Ryan pare andare un po’ come a Joss Whedon, una serie tostissima come The Shield, sette favolose stagioni di bad cops e pugni allo stomaco, e poi non riesce a indovinarne una, rimbalzando come sceneggiatore da The Unit a Terriers e finendo con il vedersi cancellare The Chicago Code, guarda caso dalla FOX, dopo una sola stagione – che non ho visto perché, dopo il pilota, sembrava parlare di cose sonnolente di poliziotti bravi e buoni e politici brutti e cattivi e pure negri e non ho avuto la forza. Così riparte ora con Last Resort, schietta fantapolitica che esordirà il 27 settembre ma che, da bravo tv geek, ho già iniziato a vedere nel preair.
Non credo serva molto parlare della trama, gli sviluppi possono riguardare QUALUNQUE COSA dopo che il capitano del sottomarino Colorado si rifiuta di sganciare quattro bombe atomiche sul Pakistan, si rifugia su un’isola e ne dichiara l’indipendenza. Ecco, sappiamo che ci sono le bombe atomiche, questo sì, e hanno una gran fretta di farle scoppiare, ne sparano tipo cinque in quaranta minuti senza farsi tanti problemi, e appare abbastanza chiaro come il tiro del pilota sia un po’ troppo elevato, le proporzioni non sembrano infatti ben delineate in questo scenario da guerra fredda che viene solo lontanamente accennato, ma d’altro canto c’è un’ottima, ottima gestione della tensione e devo dire che si rimane piacevolmente incollati allo schermo.
I personaggi preannuncino caratterizzazioni standard che non fanno sperare poi molto bene, voglio dire, abbiamo il capitano saggio, un vice che emana vibrazioni tipicamente a stelle strisce mentre la brava mogliettina è a casa che attende il suo ritorno (e chi poteva farlo meglio di Scott Speedman?), la figlia del presidente che deve farsi le ossa in marina, e il bad guy stronzo che però è interpretato da Robert Patrick e avercene di bad guy stronzi come lui, tuttavia sono ben inquadrati, sputano dialoghi serrati e rapidissimi, e in fondo svolgono quello che devono svolgere nel migliore dei modi, producendo adrenalina in quantità sufficiente. E ce ne sono tanti, sia dentro che fuori il sottomarino, cosa che piace per la creazione di una coralità che pare già buona nonostante l’ipervelocità del pilot.
Per il resto, sembra di essere dalle parti di Jericho (i criminali che comandano l’isola, i due tizi dell’esercito che nascondono misteri e, ehi, le bombe atomiche, ne avevo parlato?) e l’idea tutto sommato non mi dispiace. Bisogna però attendere qualche episodio per vedere quanto alto sarà il livello di americanismo, ora come ora abbiamo solo un antipasto d’azione e, insomma, Shawn Ryan ha fatto molto, molto di meglio in passato.

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