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Nuova vittima in Puglia dell’influenza A: muore giovane donna al Miulli

Creato il 02 marzo 2011 da Lalternativa

Nessuno ne ha parlato fino ad oggi, forse per non buttare altra benzina sul fuoco della sanità pugliese, ma lo scorso 26 febbraio, una giovane donna di 38 anni è morta a causa del virus ‘H1N1′, l’nifluenza A, all’ospedale Miulli di Acquaviva (Bari). A confermarlo sono gli stessi medici dell’ospedale ecclesiastico. Mentre i media si affannano a trascrivere nei propri servizi gli stralci delle intercettazioni sugli ex assessori della sanità pugliese, i nuovi dirigenti probabilmente si preoccupano più di coprire l’ennesima morte in Puglia per influenza A.

Dopo la segnalazione di un nostro lettore Francesco P., abbiamo indagato. Ecco cosa diceva Francesco: “Sanità pugliese allo sbando!!!!!Ieri 26 febbraio 2010 una giovane ragazza di 38 anni e deceduta presso l’ospedale miulli, lasciando una bellissima bimba di solo 7 mesi e un ragazzo di anni 13,pare abbia contratto l’influenza “A”.Rammarico che nessuno ne parli!!Encomiabili i medici del miulli e i coleghi venuti dalle “molinette ” di Torino che hanno lottato fino all’ultimo per salvarla.La meraviglia è, che un eventuale speranza per poterla salvare per via di macchinari tecnologici, si trovano solo ed esclusivamente in Piemonte.E’ la SANITA’ PUGLIESE cosa fà??????????Mentre fà più notizia Corona che la nostra SALUTE:UN grazie di cuore ai MEDICI e personale.Ciao Agnese resterai sempre nei nostri cuori”.

Questa volta, a differenza delle precedenti, la donna vittima del virus ‘H1N1′ non aveva alcuna patologia pregressa. La giustificazione per le precedenti morti, infatti, era stata sempre la stessa: ”In Puglia le vittime avevano tutte altre malattie, per questo sono morte. Ma non c’e’ stata alcuna deficienza nelle cure o nei soccorsi da parte dei medici e delle strutture sanitarie pugliesi”. Come si giustifica allora l’ennesima vita strappata da una influenza? Eppure l’assessore alla Sanità della Regione Puglia, Tommaso Fiore, nei giorni scorsi aveva assicurato che non c’era da preoccuparso e che solo la nascita di un terzo ceppo, quello creato da una eventuale unione dell’influenza stagionale a quella A, avrebbe potuto causare problemi seri. Sarà questa la causa della morte della giovane donna di Adelfia?

Per il direttore della Rianimazione del Miulli non si tratta di questo. Vediamo come sono andate le cose.
La donna di 38 anni, di Adelfia, ”gravida alla 29esima settimana e senza patologie pregresse”, e’ morta lo scorso 26 febbraio (intorno all’1 e 30 del mattino) all’ospedale Miulli di Acquaviva (Bari), a causa dell’influenza A. La donna e’ stata ricoverata il 14 febbraio nella clinica di Ostetricia al Miulli, con una grave insufficienza respiratoria e febbre alta: si stava valutando l’ipotesi di farla partorire con un cesareo, prematuramente. ”I parenti – spiega Lamanna – ci hanno detto che gia’ da un mese la signora aveva una infezione alle vie respiratorie”. Gia’ il 14 febbraio, quando la donna era in Ostetricia, e’ stata visitata dai medici della Rianimazione che hanno messo la signora in regime di ‘ventilazione spontanea’. La situazione peggiorava e la mattina del 15 febbraio la donna, con una polmonite massiva bilaterale, viene trasferita in Rianimazione.

”La situazione era molto grave e era necessario fare di tutto – spiega Lamanna – per salvare la vita al bambino. Per questo abbiamo preparato la signora con dei farmaci per far maturare il polmone del bambino in modo da evitare i problemi respiratori dovuti a una nascita prematura”. Il 16 febbraio il bambino e’ nato e ora sta bene. ”Dopo il cesareo – aggiunge Lamanna – ci chiedevamo come mai avesse avuto la polmonite e abbiamo fatto il tampone faringeo e l’abbiamo inviato a Bari da dove ci hanno confermato che si trattava di ainfluenza A. Da quel momento abbiamo cominciato a fare tutto il necessario e la signora e’ stata anche in ventilazione meccanica per 8-9 giorni”. La situazione, pero’, non migliorava e ”abbiamo attivato il centro per la ossigenazione extracorporea di Bari – sottolinea Lamanna – ma da li’ ci hanno risposto che la situazione era molto complessa e bisognava attivare i centri a livello nazionale”. Ad essere allertati, allora, sono stati prima il San Raffaele di MIlano poi Le Molinette di Torino dove hanno l’apparecchiatura ‘Ecmo’ per l’ossigenazione extracorporea. ”Il 25 febbraio – ricorda Lamanna – sono atterrati a Gioia del Colle, con un volo militare, i colleghi de Le Molinette di Torino con l’apparecchiatura ‘Ecmo’. Siamo andati a prenderli e alle 23,30 del 25 febbraio abbiamo cominciato la ossigenzione extracorporea, ma dopo pochi minuti la donna ha avuto una crisi cardiaca e le sue condizioni sono peggiorate. Fino all’1,30, con una equipe di 10 medici abbiamo provato a salvarle la vita. Ma non c’e’ stato nulla da fare”.

Lamanna spiega anche che in altre Rianimazioni pugliesi ci sono donne gravide con influenza A, e che forse, ”ma e’ un dato solo casistico senza nessuna base scientifica”, l’infuenza A attecchisce in maniera particolarmente violenta sulle donne incinta.



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