Magazine Cultura

Nuove meteore editoriali: il New Adult

Creato il 25 giugno 2013 da Alessandraz @RedazioneDiario
Pubblicato da Alessandra Zengo Nuove meteore editoriali: il New Adult C’erano una volta i flame, ovvero delle lunghe, lunghissime discussioni a cui soggiace l’istinto atavico che da sempre ha spinto l’uomo ad attaccare, sbranare e distruggere l’avversario. Non preoccupatevi: il filtro della rete impedisce alle persone di farlo fisicamente. Al posto dei pugni e del sangue, volano parole e insulti. Che è circa la stessa cosa. Il flame sembra una cosa brutta, e in verità dovremmo aborrire tale triviale pratica se seguissimo una qualsivoglia condotta di vita morale e onesta, ma in realtà sembra uno show trash, che proprio in virtù delle sue pessime qualità intrattiene goliardicamente il pubblico per ore, o per giorni, ed è impossibile da non apprezzare. Se può tranquillizzarvi, sappiate che c’è sempre qualche utente che compensa le vostre mancanze: dopo pochi minuti pubblicherà qualche perla di saggezza riguardo il quieto vivere, le norme di comportamento, e svariati altri consigli non richiesti. Potete continuare a dormire sogni tranquilli, le persone che scandagliano la vostra anima al posto vostro le trovate a ogni incrocio. E lo fanno gratis!

Tornando all’argomento “discussioni in rete”, nel flame le persone si prendono davvero sul serio, e la tattica maggiormente utilizzata è quella di accattivarsi le simpatie del pubblico e del commentarium (l’unità di misura è il like: se non vieni “mipiacciato” non sei nessuno), la stessa demagogia che viene applicata ai discorsi politici, per intenderci. Esiste un elemento perturbante e un elemento perturbato, e la dialettica tra gli avversari ha luogo nella piazza del mercato di facebook riguardo il New Adult, una denominazione apparsa in Italia con la pubblicazione per Garzanti di Uno splendido disastro. I protagonisti dello scontro sono due blogger, entrambi depositari di verità in opposizione e trincerati nelle proprie posizioni. È chiaro quindi che di verità assolute non si possa parlare né per uno, né per l’altro, giusto?

Esiste una tendenza deleteria, nell’uomo: parlare senza possedere gli strumenti e le conoscenze per farlo; il problema però è alla radice, ovvero qualcuno ha sfortunatamente dotato tutti gli esseri umani di dita e di labbra con cui rispettivamente scrivere e parlare. E perdonate questo sfoggio anti-democratico, anche io sono vittima consapevole di tale, ignobile deriva. Nondimeno, l’avviso ai naviganti da parte della scrivente è chiaro: scrivo per divertire, aggiungendo tra tante frasi inutili qualche semino da cogliere riguardo all’argomento in esame. Dopo il flame di ieri, e le relative castronerie che ne sono emerse, ho fatto una chiacchierata con un amico, che non so se vuole essere nominato in tale contesto e associato alla discussione (e che ringrazio!). Ne sono emerse alcune considerazioni interessanti sul New Adult. Partiamo intanto dalla definizione. Che cos’è il New Adult? Secondo Wikipedia, la denominazione New Adult è apparsa per la prima volta nel 2009 grazie alla St. Martin’s Press, che ha indetto un contest (dal 9 Novembre al 20 Novembre). I redattori e gli editor statunitensi, però, hanno dichiarato che già da anni, nel settore, si usava la stessa terminologia. Il New Adult si configura semplicemente come una categoria di marketing, non un genere o un contenitore. Il denominatore comune dei romanzi New Adult è l’età dei protagonisti, che va dai 18 ai 25 anni, mentre il pubblico di riferimento, sebbene idealmente dovrebbe comprendere i lettori della fascia indicata, è abbastanza eterogeneo (adolescenti, post-adolescenti e adulti indiscriminatamente). Cosa hanno notato gli editori furboni? Che i romanzi young adult romance (che non sono certo la novità del momento), quelli spiccatamente romantici – eredi della tradizione twilightiana – nei quali al massimo i protagonisti nell’epilogo si danno un casto bacino, non vendevano, non interessavano abbastanza il pubblico. Gli stessi giovani lettori della generazione Twilight sono cresciuti. Inoltre hanno notato l’interesse pruriginoso degli adolescenti americani verso storie hot con protagonisti i loro compagni più grandi. Questa, in estrema sintesi, la nascita del New Adult, che scaturisce da un cambiamento delle abitudini di lettura del pubblico. Lo spiega bene Merrilee Heifetz, agente per Writers House: “We had this huge book in the YA market, and now we don’t want to lose those readers. For a teen who was a voracious YA reader the new adult tag offers a way to say, here, these books are for you.” La categoria New Adult, inoltre, serve a identificare questi romanzi con contenuti sessuali espliciti. “You never want to go to stores and promise them something in YA, meaning it doesn’t have explicit sex, and have them get something they are not expecting” spiega Tara Parsons, editor per Harlequin. La tendenza, poi, a inserire altri romanzi (anche di genere fantasy, distopico, ect) sotto l’etichetta New Adult si chiama repackaging.

Nuove meteore editoriali: il New Adult
Compresa la definizione di New Adult, parto di quel signore oscuro che è il marketing il quale ha numerosissimi adepti tra gli editori, parliamo del fenomeno che si è recentemente scatenato anche in Italia, come se mancassero i motivi per cui lamentarsi. Il New Adult ha festeggiato (io meno) il suo esordio italiano con Uno splendido disastro di Jamie McGuire, il cui protagonista Travis ha fatto capitolare tantissime lettrici, anche se alcune – tra cui la sottoscritta – non sono riuscite a raggiungere l’intima e romantica essenza di questo personaggio badass e tatuato. I responsi, tuttavia, nonostante una frangia dissidente, sono stati largamente favorevoli, tant’è che il romanzo è riuscito a conquistare gli strati bassi della classifica di vendite. È seguito l’effetto domino: Leggereditore, Fabbri, Newton, Mondadori, Rizzoli hanno cominciato a sfornare romanzi simili, eredi della “foga da pubblicazione” degli editori statunitensi che sfornano New Adult come se fossero pagnotte. Non ho ancora letto tutte le pubblicazioni arrivate in Italia, ho avuto l’occasione di leggerne integralmente solo tre, ma per il prossimo mese spero di potervi dare una panoramica più ampia della mia opinione sulle ultime nate, tra cui anche Non lasciarmi andare di Jessica Sorensen – pessima la scelta del titolo quasi uguale a quello del romanzo di Kazuo Ishiguro –, anch’esso giunto alla vetta della classifica nella scorsa settimana. Ormai la Newton ha colonizzato stabilmente la classifica. Il successo del New Adult non deve però stupire. I romanzi d’amore sono come un capo vintage, non passano mai di moda e le lettrici appassionate non mancano di certo, nemmeno in tempi di magra. Gli ingredienti dell’interesse suscitato da queste pubblicazioni sono semplici: attrazione, sesso, ostacolo, ancora sesso, amore, happy end. Il canovaccio è il medesimo del romance classico da edicola, che annovera autrici certamente migliori di quelle che abbiamo conosciuto con il New Adult. Alla struttura basilare, poi, si possono aggiungere l’ambientazione, l’intreccio, i personaggi, le tematiche che si preferiscono. Come pure per l’inflazionata discussione sul romance che ha bisogno di dignità, non comprendo l’esigenza di difendere il New Adult dalle osservazioni sulla bassa qualità del prodotto. Il New Adult, come ho riportato all’inizio dell’articolo, è stata un’invenzione del marketing, una trovata commerciale degli editori per continuare a vendere. La definizione stessa di romanzo commerciale ci impedisce, quindi, di credere davvero che il New Adult sia la nuova frontiera della qualità di romanzi per ragazzi, adolescenti, “nuovi adulti”. I romanzi per adolescenti o post-adolescenti davvero meritevoli sono altri. Nulla toglie che alcune di queste pubblicazioni possano risultare gradevoli e/o ben scritte. Ogni lettore è libero di leggere ciò che preferisce (è uno dei suoi diritti fondamentali) – io stessa sono una paladina della letteratura trash, nonché avida lettrice di romance –, ma deve tenere sempre a mente la collocazione di ciò che legge. Non si possono rivendicare qualità aleatorie, ma bisogna anche saper accettare che alcune delle letture che si fanno sono nate esplicitamente come intrattenimento, buono o cattivo che sia.
Articolo incriminato di Leo del blog Sangue d'Inchiostro: QUI

Articolo di risposta al flame di From a Book Lover: QUI



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :