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Nuove penne...ma non di oche!

Creato il 10 novembre 2011 da Junerossblog
Terza Puntata

Direttamente dalla scrivania di Lullibi!
Qualche giorno fa, stavo percorrendo la strada che quotidianamente mi porta sul posto di lavoro, era una giornata di autunno perfetta: non troppo fredda, soleggiata e con la luminosità tipica autunnale.
I colori delle chiome degli alberi variavano dal giallo, al rosso, fino al marrone, con il sottofondo
verde scuro che prendono gli alberi dopo l'estate, perdendo il verde brillante.
Un paesaggio che avrei dipinto volentieri ... sempre se fossi capace di tenere un pennello in mano. In effetti sono una frana completa come pittrice, anzi, trovo difficoltà anche nel maneggiare il pennellino per l'ombretto...
Mi sono sentita privilegiata di vivere in un posto simile, ormai credo che si sappia che sono Maremmana di nascita, Romana di adozione, riMaremmana per un ritorno alle origini.
La mia Maremma è quella che si trova vicino al Monte Amiata, quella dei cinghiali, delle olive, delle castagne e non dei butteri. Niente cowboys nostrani da me, ma è sempre Maremma.
Nuove penne...ma non di oche!Presa da questi pensieri ... aulici, mi sono ricordata di un racconto letto sul mitico numero 0 della Romance Magazine, che mi ha molto emozionato, toccando le corde giuste (ognuno ha le sue!) del mio animo.
E' un racconto scritto con parole semplici, che però arrivano fino al cuore di chi legge; si intitola "Ricordo di un amore" e, ve lo confesso subito, a lettura ultimata mi sono venute le lacrime agli occhi per l'amore e la tenerezza che vi trovano, ma, soprattutto, per l'attinenza alla vita reale.
Una storia che potrebbe essere quella dei miei genitori e dei genitori di tutte voi ragazze, impregnata di sentimento, ma non stucchevole. Una situazione vera, reale, e proprio per questo così intensa e coinvolgente.
E' scritta in prima persona, e chi parla è la protagonista che ricorda la propria vita, vissuta in un paesino rurale della Maremma, a partire dall'incontro romantico (e dove se non alla stazione?) con l'uomo della sua vita, il dottorino del paese e, a seguire, il succedersi degli anni della loro storia comune.
Sono i ricordi e le parole tenere di lei a portarmi pian piano fino al culmine emotivo finale, ma con termini semplici e affini al mio modo di pensare e sentire (tanto da farmi credere di poter essere io la protagonista, o, meglio mia madre) e senza la ridondanza che alcuni autori amano usare.
Purtroppo, mi trovo incapace di riuscire a trasmettere con le mie parole, la bravura di questa autrice, che è riuscita con poche righe a farmi entrare nella vita di una coppia, un'esistenza normale, con le passioni, le gioie e le tragedie di tante altre, quali possono essere le nostre e quelle di conoscenti e parenti.
Ma ... cavolo! Presa ancora dalle sensazioni suscitate da questa storia, mi rendo conto adesso di essermi dimenticata di scrivere il nome dell'autrice che è ....
SIMONA LIUBICICH

Per leggere la nostra intervista, cliccate su continua a leggere.

Voi la conoscete? Mi è stata presentata dalla ormai famosa e stracitata Giusy Berni, causa prima di queste mie velleità giornalistiche (prendetevela con lei mi raccomando!). Naturalmente per presentata intendo virtualmente, nell'ormai ultrafrequentato Social Network Facebook.
Simona ultimamente ha persino aperto un gruppo simile ad un salotto letterario "Un pomeriggio nella biblioteca di Simona", dove ci ha riunite in tante, autrici e non, per parlare della passione della nostra vita: la letteratura.
Ma prima di annoiarvi completamente (non lo siete vero? Se rispondete di sì vi scateno la Ross) lascio parlare la nostra Simona (che è meglio...)
Simona, sei nata in Ligura, ma da famiglia Fiumana e, attualmente, vivi a Genova, toglimi una curiosità, perché ambientare il racconto nella Maremma?
Ciao Lucia, innanzitutto ringrazio di cuore te e June per l’opportunità accordatami di comparire in un blog importante come il vostro. Io vivo immersa nella campagna ligure, su quei terrazzamenti strappati all’asprezza della terra da mani e schiene spezzate nel corso dei secoli. La mia casa è immersa in un oliveto dove vivo con mio marito, imprenditore, mia figlia Gaia di nove anni e due cani, Isotta, un Labrador Retriever ed Ade, un pastore tedesco. E‘ un ambiente ameno, tranquillo e silenzioso dove guardando fuori dalla finestra, trovo spesso l’ispirazione per i miei romanzi e racconti. Mi chiedi il perchè della Maremma…Beh, è molto semplice, la adoro come adoro tutta la Toscana. La considero la regione più bella della nostra cara Italia e sono venuta spesso alle terme di Saturnia, innamorandomi di quei posti suggestivi come Scansano e Pitigliano, arroccata su quello sperone di tufo. I butteri e le tradizioni maremmane, nonchè la cucina da urlo ed il vino, mi affascinano da sempre quindi il racconto è nato così, semplicemente pensando a quei panorami suggestivi che tu conosci così bene.

Parlaci di te, della tua vita, delle passioni, del perché scrivi ecc... insomma facci conoscere la vera Simona:

La vera Simona è una donna che ha talmente i piedi piantati per terra da risultare talvolta antipatica! Sono una disillusa dalla vita e non mi aspetto nulla da nessuno; ciò che faccio, lo scrivere, è per mera passione, perchè mi dà piacere e mi immerge in un mondo chiamiamolo „parallelo, dove la Simona sognatrice, quella che nella vita reale non può e non vuole uscire, può dare fuoco alle polveri della sua fantasia. La scrittura mi ha aiutato in un momento difficile della mia vita, quando molte delle mie certezze stavano pericolosamente vacillando ed avevo bisogno di qualcosa a cui aggrapparmi con le unghie e con i denti, tirandomi su con fatica ma rimettendomi alla fine in piedi. Sono testarda come un mulo e se mi metto in testa qualcosa, finchè non riesco a ottenerla non mi dò pace; credo ancora nell’amicizia nonostante sia rimasta scottata da persone opportuniste e false ma ho conservato i miei pochi amici veri, quelli che se hai bisogno si muovono per te anche in piena notte. Sono una viaggiatrice fobica, amo il mondo, le sue varietà variopinte, le usanze e costumi stranieri ed appena posso scappo anche solo per un week end, alla ricerca di un angolo nuovo, un panorama o una città che mi scaldi l’anima. Credo in Dio fermamente e sono convinta che qualcosa di meraviglioso ci attenda dopo la morte, sicura di rivedere tutti i miei cari che sono là ad aspettarmi. Quando scrivo lascio che le mani scorrano sulla tastiera libere da qualsiasi cappio; i miei personaggi sono diversi tra loro e talvolta arrivo ad odiarli per come riescono ad interagire ed imporsi alla mia mente; ma alla fine piango con loro e quando ho terminato la scrittura di un testo, galoppo già verso la stesura del prossimo, in un susseguirsi di emozioni personali…

I tuoi libri a quale genere appartengono?

Ho iniziato con „Sfumature del deserto“,( qui la recensione del Juneross' Blog) un romance contemporaneo ambientato in Iraq durante il conflitto contro Saddam Hussein, il libro che mi ha fatto da psicologo, medico ed amico. Mi dedico alla scrittura di racconti per GVE Confessioni Donna, chiaramente contemporanei, ho pubblicato come sai per Romance Magazine e per Delos, nell’antologia Horror e sul „Magazzino dei mondi“. Sono stata selezionata anche per „365 racconti sulla fine del mondo“ con un testo scritto a quattro mani con Irene Pecikar, scrittrice che stimo moltissimo. Ho terminato da poco un tomo storico, un regency che mi ha preso sette mesi di lavoro e che in questo momento è fuori in visione e sto lavorando ad una raccolta di spaccati di vita femminili che variano dallo storico al contemporaneo sino al paranormal, che raccoglierò in un libro che spero di terminare entro la fine dell’anno.Come vedi i progetti sono tanti ed io non riesco mai a fermarmi, una la penso e cento ne faccio…

Come nascono le tue storie? Cosa ti ispira?

Qualsiasi cosa cara. Non ho mai un filo conduttore fisso, un argomento che faccia da tirante. Capita che l’idea nasca così, da un’immagine, da un pensiero o da una frase magari sentita chiacchierando. Per questo non mi dedico ad un solo genere, ma spazio su quello che la mente mi suggerisce. Ad esempio, stamattina mia cugina mi ha scritto una frase ed io ora sto lavorando ad un racconto ispirato proprio a quello che lei intendeva…
Parlaci un po' del tuo romanzo pubblicato e dicci anche se hai in previsione un ulteriore uscita con qualche casa editrice famosa:
Nuove penne...ma non di oche! „Sfumature del deserto“ è la storia di una donna ferita, umiliata e precipitata nell’abisso della disperazione. L’ennesimo tradimento del marito la fa sentire inadeguata, diversa da quel mondo dorato dove vive, infelice nonostante il lavoro le garantisca grandi soddisfazioni. Per questo, improvvisamente ma covando un sogno che insegue sin da ragazza, decide di partire per una missione umanitaria al seguito di un’equipe medica in Iraq. Qui si scontrerà con una cultura opposta alla sua, dove la donna non ricopre alcun ruolo dignitoso, dove la guerra divampa non risparmiando nessuno. Conoscerà la passione, il cuore diviso tra due uomini, tra L’Islam e l’Occidente ed alla fine, in un susseguirsi di colpi di scena, Elena capirà qual’è il suo posto nella vita e dove deve andare il suo cuore. Il libro parla non solo d’amore ma anche di guerra, di conflitti culturali, di morte e di onore. E‘ stata la mia prima opera e devo dire che ho imparato molto da allora, specialmente dai miei errori;la scrittura è studio, lettura e grande costanza ed io ce la sto mettendo tutta, ben sapendo che ho ancora da imparare moltissimo e la strada è lunga dinanzi a me, ma non demordo. Ho conosciuto persone speciali e voglio citarne una che mi è entrata nel cuore e che avevo sempre ammirato come professionista: Mariangela Camocardi. Una grande scrittrice ma soprattutto una donna come poche, sincera e leale, umile e pronta a dare buoni consigli ed aiuto a chi glielo chiede. La considero il „faro“ della letteratura romantica italiana, la regina incontrastata, sovrana di bravura, professionalità e gentilezza.
Previsioni per il futuro? Questa è una professione difficile e con ostacoli duri da superare. Il futuro non è dato saperlo a nessuno di noi, chi vivrà vedrà e come ho detto prima, non mi faccio illusioni ma cammino lungo il mio percorso, per ora ancora in ripida salita, sperando prima o poi di giungere ad una radura verdeggiante dove poter trarre respiro e dire: „Ho scalato la montagna, ho faticato tremendamente ma sono arrivata“
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Cara Simona, non c'è nulla da fare, dai emozioni forti anche solo rispondendo a semplici domande, hai aperto il tuo cuore e io ti ringrazio perché mi hai confermato che conoscerti è un arricchimento per me e, credo di non sbagliare, anche per le nostre amiche che leggeranno questo pezzo.
Grazie per avermi concesso il tuo tempo e aver reso questo post speciale.
Maremma bonina, se non la smetto con la melensaggine mi riescono le lacrime!
Amiche del blog se non conoscete Simona Liubicich potete andare a trovarla su questi siti:

www.sfumaturedeldeserto.it

www.simonaliubicich.blogspot.com
Mi ci gioco la Maremma che sarete ben accolte!
Alla prossima ragazze!
Lullibi
Nuove penne...ma non di oche!
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