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Nuove regole di etichettatura sui tessili

Creato il 12 maggio 2011 da Rossellagrenci

12 maggio 2011 admin Società 913947080_4vte9-l1

Come si legge sul sito del Parlamento Europeo, lo stesso ha approvato le nuove regole sulle etichettature tessili. 

I consumatori europei non rischieranno più di acquistare inavvertitamente abiti contenenti pelliccia o pelle grazie alle nuove norme in materia di etichettatura tessile approvate dal Parlamento. La nuova legislazione dovrebbe assicurare una più rapida introduzione di fibre nuove e prodotti innovativi sul mercato.

La Commissione, inoltre, dovrà presentare uno studio sull’introduzione dell’etichetta “Made in”, possibilmente accompagnato da una proposta legislativa. Mercoledì il Parlamento ha approvato l’accordo in seconda lettura, raggiunto con il Consiglio prima di Pasqua, sulle modifiche del regolamento sull’etichettatura dei prodotti tessili. Il team negoziale del Parlamento, guidato dal relatore liberale olandese Toine Manders, ha ottenuto importanti concessioni dagli Stati membri sull’etichettatura delle parti in pelle, e l’impegno di uno studio di fattibilità sull’etichettatura d’origine. L’uso di pelli e pellicce deve essere indicato «Parti non-tessili di origine animale»: sarà questa la denominazione adottata per indicare l’uso di pellicce e pellame nei prodotti tessili, e a beneficiarne sarà soprattutto chi soffre di allergie. Qualunque utilizzo di materiali derivati da parti animali dovrà essere chiaramente indicato sulle etichette dei prodotti tessili. La pelliccia è spesso usata come guarnizione in indumenti relativamente poco costosi e spesso è difficile per i consumatori distinguere tra una pelliccia vera, e di buona qualità, e una pelliccia falsa. Alla Commissione è stato chiesto di presentare, entro il 30 settembre 2013, uno studio di fattibilità sulla possibile connessione fra le reazioni allergiche e le sostanze chimiche (come i coloranti, i biocidi o le nano-particelle) utilizzate nei tessuti. “Made in” Nonostante le pressioni del Parlamento che chiedeva l’obbligatorietà dell’etichettatura d’origine sui prodotti tessili importati da paesi terzi, la proposta, molto controversa per alcuni Stati membri, è stata respinta dal Consiglio. I governi nazionali hanno però accettato di chiedere alla Commissione di presentare uno studio, sempre entro il 30 settembre 2013, sulla fattibilità di un sistema di etichettatura d’origine, per dare ai consumatori “informazioni accurate sul paese di origine e informazioni supplementari per assicurare la completa tracciabilità del prodotto tessile”. Tale relazione di valutazione potrà essere accompagnata da una proposta legislativa.


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