Le cellule staminali non sono ancora differenziate e sono quindi, almeno virtualmente, totipotenti, ovvero capaci di evolversi in qualsiasi tipo di cellula del corpo.
Al momento del parto, naturale o cesareo, è possibile ottenere dalla vena del cordone ombelicale cellule staminali che, opportunamente trattate, possono essere somministrate ad un paziente immunologicamente compatibile per combattere alcune malattie e particolarmente anemie e leucemie infantili. Queste cellule sono importanti anche per la ricerca scientifica e presentano l’ovvio vantaggio, rispetto alle cellule staminali embrionali, che il loro uso non comporta la soppressione di una vita umana, né altri problemi di bioetica.
Recentemente ricercatori milanesi dell’Istituto Mario Negri e della Fondazione Cà Granda Policlinico hanno verificato che, su topi da esperimento, queste cellule sono molto efficaci anche per migliorare la ripresa dopo un trauma cranico, incidente che colpisce 180.000 persone ogni anno in Italia.
Se confermato questo effetto anche nella specie umana, quindi, queste cellule vedrebbero aumentare enormemente la propria utilità e il numero di malati che possono trarne beneficio.
Linda Gridelli