La mano chiusa con pollicione all’in sù è diventata un po’ il simbolo del social network di Mark Zuckenberg.
Un logo riassuntivo di tutta la filosofia del social network più famoso del mondo: “I like“. Fin dall’inizio, gli utenti si sono interrogati sul perchè non esistesse il corrispettivo “unlike” con pollice rivolto all’in giù. Ammettiamolo, alcune foto sono talmente oscene e alcuni stati così patetici, che più che perdere tempo a commentare vorremmo affossarli subito con un semplice click. Un pollicione rovesciato come negli antichi colossei: nessuna pietà.
Effettivamente dal 2008 Facebook è stato trasformato sempre più in una semplice bacheca a scorrimento verticale, in cui è possibile fare solo due cose: “Condividi” e “Mi Piace“. Volendo si può lasciare un commento lapidario, sapendo però che sarà subito eclissato dallo spasmodico scorrere di nuove “notizie”. Un sistema che sacrifica l’espressività in favore dell’immediatezza e della semplicità, ma che soprattutto garantisce per l’azienda di Zuckenberg un facile conteggio della redditività di pagine, persone e post. Non dimentichiamo mai che la vendita di inserzioni pubblicitarie, unita alla vendita di dati aggregati, è la fonte principale di profitto per Facebook.
E così, le grandi possibilità semantiche aperte dal mettere in rete profili, esperienze e relazioni di oltre un miliardo di persone, rimangono grandemente inutilizzate, col mantenimento di una struttura lineare tipica del giornale su carta stampata. Un’arena muta dove si combatte passivamente a colpi di “Mi Piace”.
Ma, complice anche la crisi che ha colpito ultimamente Facebook con la fuga degli adolescenti, forse l’azienda di Zuckenberg sta iniziando timidamente a cambiare strategia.
Sono infatti disponibili nuovi “pollici strani”, come il pollice rivolto a sinistra o destra, quello che tiene in mano un bicchiere di vino, e il tanto atteso pollice all’in giù. Per ora è possibile servirsene solo in chat. Come? Semplice. Basta aprire una chat, cliccare sulle emotion e aprire il carrello: lo troverete lì.
Speriamo che questo sia un primo passo verso l’implementazione di questi nuovi simboli anche sulla bacheca principale. Una diversificazione nell’alfabeto facebokiano che permetterebbe finalmente una diversificazione del feedback ricevuto da articoli e post. Una maggior complessità fortemente voluta dagli utenti che potrebbe dare nuovo ossigeno a Facebook e dalla quale, siamo sicuri, non potrebbe che avvantaggiarsene in primis lo stesso Zuckenberg.