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Nuovo appello per Fukushima

Creato il 07 ottobre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
Fukushima

Photo credit: Abode of Chaos / Foter / CC BY

Il premier giapponese Shinzo Abe chiede aiuto al mondo: “Siamo aperti a ricevere le conoscenze più avanzate dall’estero per contenere il problema. Il mio Paese ha bisogno delle vostre conoscenze e competenze”. Queste le parole del primo ministro, un vero e proprio appello lanciato durante una conferenza internazionale sulla scienza a Kyoto.
In vista delle Olimpiadi di Tokyo del 2020, il presidente giapponese aveva precedentemente rassicurato il CIO (Comitato Olimpico Internazionale): “la situazione è sotto controllo […] nessun pericolo da Fukushima”, affermazione subito smentita dalla TEPCO, società proprietaria dell’impianto di Fukushima, che aveva invece dichiarato che “le perdite di acqua radioattiva non sono sotto controllo”. Lo stesso Abe si è quindi visto costretto a correggere il tiro, in seguito agli ultimi e sempre più frequenti incidenti tra le rovine della centrale nucleare di Fukushima. L’ultimo è avvenuto tre giorni fa: 430 litri di acqua radioattiva fuoriusciti da un serbatoio dopo che i lavoratori l’avevano riempito troppo. Il serbatoio non era dotato di un indicatore di livello che avrebbe potuto avvertirli del pericolo: gli operai avevano scoperto la perdita solo effettuando i controlli di routine nell’impianto. I serbatoi come questo sono circa mille, costruiti nella centrale dopo il disastro del 2011: contengono l’acqua necessaria a raffreddare il combustibile nuclere nei reattori danneggiati. La Tepco ha precisato che il liquido, fuoriuscendo dalla barriera di cemento attorno al serbatoio, ha poi raggiunto il mare attraverso un canale. Alla luce dei recenti avvenimenti, resta del tutto incomprensibile come una nazione che deve ancora arginare danni catastrofici, una nazione la cui popolazione è stata contaminata ed è stata costretta a sfollare dalle proprie case, una nazione che ha ancora molto da ricostruire possa permettersi di ospitare un evento follemente dispendioso come le Olimpiadi.


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