di Lorenzo Dalai, capogruppo
del PD al Consiglio Provinciale di Verona
In un momento come quello presente, dove si cerca, quasi disperatamente, di trovare il modo di reperire risorse pubbliche da destinare a misure sostanziali che rilancino la nostra asfittica economia, al di là della estemporaneità della vendita di tre aerei ed
alcune auto blu, poche sembrano le idee costruttive.
Per fortuna l'italica fantasia, quella che ha inventato le sospensioni a ruote indipendenti delle auto o la dinamo per produrre l'elettricità (cosa sarebbe
la nostra vita senza?), ogni tanto si risveglia e da Firenze, dove nacque il Rinascimento e dove da sempre si coltiva l'amore per la Geografia, la Società Geografica Italiana fa conoscere un suo studio, non una boutade vuota come spesso succede nella nostra quotidianità, ma uno studio circostanziato, che tiene presenti le componenti sociali, economiche e storiche dei nostri territori, e nel quale prospetta la possibilità di superare Province e Regioni con un nuovo ordinamento: i Distretti.
Bene ha fatto il Presidente della Provincia di Verona, Giovanni Miozzi, a dare risalto alla notizia, perché siamo ormai stanchi di sentire personaggi in cerca di visibilità politica che non hanno null'altro da proporre che l'abolizione delle Province. Sicuramente questa istituzione non è più adeguata ai tempi, visto che risalgono come concezione all'epoca napoleonica, svuotate ormai di deleghe e delegittimate da una campagna mediatica spesso distorta e confusa, ma non sono certo la causa di tutte le disfunzioni del nostro apparato statale.
Sappiamo bene quali grandi sprechi abbiano perpetrato le Regioni, istituzione purtroppo sostenuta da uno pseudo federalismo imperante e da una erronea riforma del titolo Quinto della nostra Costituzione, attuata (ahinoi) da centrosinistra nel tentativo di
togliere argomenti alle controparti politiche. Si sono moltiplicati i centri di
spesa ed i contenziosi e le Regioni appaiono sempre più lontane dai bisogni dei
cittadini e dei territori. Ora si progettano le Città Metropolitane, ma poco si
capisce di che cosa esattamente si occuperanno e con quali risorse...
La proposta della Società Geografica Italiana permetterebbe di sanare una buona parte di queste problematiche, ridando fiato alla farraginosa ed anchilosata macchina
amministrativa italiana, chiudendo la pagina del neocentralismo regionale,
eliminando le Province, riducendo ad un terzo del totale le Prefetture, le
Camere di Commercio, le Questure e tutte le numerosissime emanazioni
periferiche dello Stato.
Certo lo studio andrà ampliato ed approfondito, ma è evidente che si tratta di una novità, di un raggio di luce che potrebbe finalmente fendere la nebbia delle Pubbliche Amministrazioni, vissute ormai come una palla al piede di tutti noi, un'insieme di uffici inutili atti solo a creare problemi anziché a risolverli.
L'attenzione che sta suscitando questa nuova proposta è condivisa anche a Roma, perché i politici avveduti si rendono conto che ormai, naufragati tutti i numerosi tentativi di riforma della Pubblica Amministrazione, occorre tentare vie nuove.
Pertanto anche da parte nostra ci sarà la massima collaborazione per divulgare ed approfondire la tematica proposta.