Proprio recentemente rendevamo noti i risultati di un ampio studio sull’uso della pillola anticoncezionale, dove si rilevava come il suo utilizzo aumenta la pressione sanguigna nella tarda adolescenza, aumentando il rischio di cardiopatia ischemica e ictus in età adulta.
I ricercatori della Stanford University School of Medicine, attraverso uno studio precedente pubblicato sull’“American Journal of Obstetrics and Gynaecology”, hanno invece dimostrato come la pillola contraccettiva aumenta del 500% il rischio di morte per coaguli di sangue (il rischio arriva ad oltre il 1700% per le donne con una malformazione della vena).
Poche settimane fa, invece su Drug Safety un gruppo di ricercatori italiani ha mostrato attraverso una meta-analisi, che la pillola aumenta fino a 5 volte il rischio di trombosi.
Ora tocca al prestigioso “New England Journal of Medicine”, il quale ha pubblicato uno studio danese secondo cui la pillola aumenta il rischio di infarto e ictus. L’indagine è stata condotta su oltre 1.600.000 donne fra i 15 e i 49 anni, seguite per 15 anni: la probabilità di eventi cardiovascolari aumenterebbe oltre il 50% con dosi di estrogeno etinilestradiolo dai 30 ai 40 microgrammi. Per cerotti e anelli vaginali il pericolo sarebbe pari o superiore a quello delle pillole a più alto dosaggio.
Continuiamo a ricordare l’esistenza dei Metodi naturali di regolazione della fertilità, completamente innocui dal punto di vista della salute della donna, e che permettono anche uno stile di vita positivo e responsabilizzante nell’esercizio della sessualità. Metodi che, come ha spiegato Giovanni Paolo II, rispettano «la verità totale dell’incontro coniugale nella sua dimensione unitiva e procreativa, quale è sapientamente regolata dalla natura stessa nei suoi ritmi biologici». Oggi, grazie alla tecnologia moderna, possono anche ritenersi fortemente sicuri ed efficaci.