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Da dove cominciare...
Forse dal fatto che Nuovomondo è senza dubbio una delle più importanti pellicole italiane (almeno) degli ultimi 5 anni? Che Crialese ha flirtato col Capolavoro ed è riuscito quasi a portarselo a letto? Che è forse nata una nuova corrente di neorelismo moderno e visionario?
Già son lungo di mio, qua per stare nei limiti ho bisogno di asciugare parecchio.
Crialese affronta, se posso permettermi l'espressione, una specie di autobiografia diacronica, cioè prende un fatto personale (la sua emigrazione negli Stati Uniti) ma lo analizza agli albori del fenomeno, il primo '900. E' molto importante che un nostro rappresentante formatisi in America senta però così forti le proprie radici (vedi anche Respiro, la sua opera precedente).
La storia non è semplice,di più, è quasi un paradigma: la famiglia siciliana dei Mancuso vende tutti i propri averi (qualche animale) per imbarcarsi verso il Nuovo Mondo, l'America, terra di ortaggi giganti, soldi che cadono dagli alberi e fiumi di latte. Stop.
Tra le tante una delle cose che sorprende di Nuovomondo, e che ad una visione superficiale non viene in mente, è che Crialese non ci mostri mai in realtà l'America. Lo sbarco avviene nella nebbia più fitta e gli ultimi 40 minuti sono tutti in uffici (non luoghi) senza aver mai una minima visione dell'esterno (paradossalmente se ci pensate dal momento dell'imbarco in poi non c'è più un esterno, se non il ponte della nave). C'è una scena emblematica in cui alcuni dei protagonisti si affacciano da una finestra e vedono "palazzi di 100 piani"; quello che vedono ci viene raccontato e non mostrato a dimostrare la precisa scelta di Crialese.
E un'altra curiosità sta nel fatto che un film che ha tutte le carte in regola per essere considerato una specie di romanzo popolare in realtà non prende mesi, anni, decenni, ma racconta soltanto (a parte il periodo in nave, necessario per il collegamento) 2,3 giorni della vita dei protagonisti, quello dell'imbarco (e il giorno prima presumibilmente) e quello dello sbarco, geniale.
Parla dell'America ma non mostra l' America, ha le caratteristiche del romanzo ma racconta 2 giorni.
Credo che pochissime volte mi sia capitata una pellicola in cui mi trovo costretto a citare così tante sequenze. In realtà Crialese infila, come in una collana, una perla dopo l'altra. La scalata iniziale dei due protagonisti, la consegna delle scarpe e dei vestiti, l'arrivo nel porto con la claustrofobica scena dei venditori di pesce, la panoramica sulla gente in attesa di imarcarsi, la partenza della nave presa dall'alto con le due masse di teste che si staccano una dall'altra (impressionante), la sistemazione nelle cuccette, il gioco di sguardi tra Lucy e Salvatore, la tempesta vissuta e mostrata solo dall'interno della nave con la successiva panoramica sui corpi addormentati e stremati, la pettinatura con il canto di Fortunata, la doccia (scena quasi lirica e profondissima) , i matrimoni combinati, la stessa Fortunata che urla "siete Dio?" riferendosi al potere di decidere del destino di una persona, il saluto dei figli alla madre. E ne ho saltate parecchie.
Prova attoriale incredibile dove, tra tutti, spiccano una straordinaria Gainsbourg e la coppia Quattrocchi (Fortunata), Pucillo (Pietro), protagonisti della scena emotivamente più forte. La regia è meravigliosa, a suo agio tanto nelle scene ampie (panoramiche in campo lungo e splendide riprese dall'alto, vedi quella dei visi che al suono della sirena della nave si voltano all'unisono) che in quelle più strette e concitate (la tempesta, l'arrivo al porto).
Forse l'unico difetto è un leggero periodo di stanca nell'ultima mezz'ora, con le scene degli "interrogatori" troppo lunghe e ripetute.
E' un vecchio cinema sposato perfettamente al nuovo. Forse qualcuno storcerà il naso alle scene visionarie, ma hanno una propria coerenza con il resto. L'america è un Mito, un Sogno, e così lo tratta Crialese. Salvatore ha 3 visioni e tutte sono basate su accadimenti reali. Le prime 2 (gli ortaggi giganti, la pioggia d'oro) sulle foto che gli aveva mostrato Pietro, la 3° (il fiume di latte) sui racconti in cuccetta. Sono quindi soltanto proiezioni, non proprie invenzioni. Visioni magnifiche.
Mai come la nostra, quella di Nuovomondo.
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