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Non che venga voglia di emigrare verso un pianeta tanto atteso e irreale. La vita in questo mondo nuovo è difficile, inspiegabile e, non a caso, viene rifiutata dalla "nonna" Fortunata, capostipite di una società matriarcale, brusca e un po' ruvida, abituata ai suoi silenzi e ostile alle "parole di carta", all'anonimato che tutto ciò comporta.
L'America si presenta a Salvatore, Angelo, Pietro e alla sua famiglia sotto forma di dogana, né riesce a riscattarsi dalla sua meccanica maschilista e commerciale, dove l'ordine non è ordine, ma mantenimento dell'ordine, la salute non è salute, ma controllo della salute, l'intelligenza non è intelligenza, ma verifica dell'intelligenza. C'è, appunto, chi rifiuta tutto ciò e chi, senza capirlo, va avanti verso il suo bagno di ricchezza, verso i frutti iperbolici di una fantasia giocosamente sfrenata, nella speranza che ciò basti e funzioni.
Noi non sappiamo quanto peserà nel futuro il distacco, un brulicante e inspiegabile addio, che rivolgono questi personaggi, gli uni agli altri e alla propria terra. Vediamo un viaggio del desiderio, alimentato da fotografie oniriche e artefatte, e la sincerità di questi uomini avviarsi verso la nuova vita, alimentata e supportata dall'amore e dalla solidarietà di cui Emanuele Crialese li riveste.
Nuovomondo è una storia raccontata per immagini, con una sintesi perfetta tra lo stato d'animo e i colori, le forme, attese confermate e sorprese improvvise nell'equilibrio estetico ed emotivo di ogni inquadratura. Ci ho visto dietro Salvatores, certo Pasolini dei paesaggi e una cultura cinematografica molto moderna e surreale, a tratti davvero divertentissima.
Contribuisce all'insieme un rimescolarsi d'accenti sicliani delle diverse provenienze, forse non proprio autentici nell'intonazione stretta che dovrewbbero riprodurre, ma sempre giustissimi nell'intenzione: Nuovomondo di Emanuele Crialese parla del luogo archetipico e viscerale nel quale scaturiscono i sogni e del luogo estraneo e pieno di domande, di paure e di dubbi nel quale i sogni si stabiliscono e, forse, si perdono, ma vivono davvero.
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