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Nuraghi per una rivoluzione culturale, da cima a fondo

Creato il 16 settembre 2010 da Zfrantziscu
di Davide Marras (*)
La Nostra è una Società, quella Sarda,  che solo fino a qualche decennio or sono aveva la capacità di reggere la sua sussistenza con quello che la natura gli ha sempre offerto in abbondanza, clima favorevole, ogni tipologia di risorse e voglia di  fare, tutte le arti erano praticate con orgoglio e con maestria, garantendo per i suoi abitanti, alla maniera antica,  una vita confortante, certo, piena di sacrifici, ma alla portata, dove tutti avevano di che vivere e perfino nella disgrazia, c’era l’abitudine di aiutarsi gli uni gli altri, per tutte le fasi importanti della quotidianità. Ne sono testimonianza le consuetudini, nelle occasioni di perdita del raccolto o  delle greggi,  quando veniva volontariamente rinfoltita dagli altri contadini o pastori, contribuendo così al mantenimento della azienda.
Che dire poi del rapporto tra le persone quando gli screzi venivano risolti durante le feste, nella danza de su ballu ‘e ogai, durante il quale venivano invitati al ballo i contendenti, in cerchio nella pubblica adunanza e se uno dei due rifiutava, veniva estromesso dal ballo e allontanato dalla piazza. Sono questi i racconti dei nostri grandi maestri, quelli che ancora riescono a trasmetterci la quotidianità di quei tempi, i loro usi e costumi, laddove persiste il rapporto con la tradizione, quella che ancora oggi raccoglie i resti della cultura millenaria che ci rappresenta, una cultura che oggi viene sempre più minacciata dalla modernità, con i suoi pregi, che non sono pochi, ma anche con i suoi troppi difetti, frutto di una evoluzione della Cultura Occidentale, accelerata in maniera esponenziale, in questi ultimi decenni, i cui danni sono nell’evidenza di tutti, dovunque, nel nostro vicinato e altrove.
 Ma siamo sicuri che di questa modernità siamo obbligati a recepire indistintamente tutto?
Non si direbbe che in Sardegna siamo mai stati bravi in questo. Quando, per esempio, a scuola si obbligavano gli studenti a parlare l’Italiano anziché il Sardo, usato comunemente in Famiglia e nella Società, molti di loro subivano percosse dai loro insegnanti, ebbene alla lunga hanno si, imparato, e come, la grammatica italiana, ma non rinunciando a parlare il Sardo, il risultato è che, ancora oggi, la nostra Lingua ha resistito a quegli attacchi, anzi è risaputo che i Sardi, in Italia, siano tra quelli che, ancora riescono a parlare meglio l’Italiano, soprattutto quelli che parlano bene il Sardo...
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(*) Associazione Culturale Sardegna Corsica

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