Tutti e due, Gorbaciov ed Obama, si sono trovati a governare un impero al tramonto. Già morto, anche se apparentemente vitale. E anche Obama avrà il suo muro: quello del vecchio ghetto di New York, evocato dal nome della strada che per tutti noi è il fulcro della finanza mondiale.
La morte del sistema è la morte del Capitalismo, divorato dalla Globalizzazione che avanza. Sul suo certificato di morte, alla voce “Motivi del decesso” possiamo scrivere che muore perché sono venuti meno in questi anni i tre poteri regolatori che ne avevano fatto, agli occhi di molti, “il migliore dei mondi possibili”:
- il potere regolatore del mercato. I prodotti nascono, si impongono e vengono sostituiti con una tale rapidità che il mercato non ha fisicamente il tempo di far prevalere quelli migliori.
- Il potere regolatore della dialettica di classe. Il confronto continuo fra padroni ed operai, che ha prodotto nel passato qualche distorsione ma anche tanto progresso sociale, è stato azzerato. Il dipendente non ha più alcun potere contrattuale. La delocalizzazione consente a chi produce di spostarsi dove non ci sono conflitti, in base ai suoi esclusivi interessi.
- Il potere regolatore dello stato. E’ notizia di questi giorni che Google ha liquidità maggiore del Tesoro degli Stati Uniti. Oggi le grandi aziende ed alcuni singoli individui hanno invertito il rapporto di sottomissione dei cittadini allo Stato. Sono loro a imporre brutalmente le politiche ai governi.
Scrivo queste note domenica 7 agosto 2011, il giorno dopo declassamento del debito USA. Il governo cinese ha sprezzantemente ordinato a quello americano di ristrutturare il suo debito, perché essi ne detengono ben il 45%. Mai si era visto dalla Seconda Guerra Mondiale in avanti qualcuno che osasse dare ordini all’America. Fatti nuovi e complessi ci attendono, primo fra tutti la riapertura dei mercati azionari domani mattina.