E’ lo slogan. Non tutto è da rottamare, anzi. Andrea ha intervistato Pippo, su ciò che sarà la tre giorni di Firenze. Vi riporto alcuni passaggi:
Volete introdurre le parole chiave del Pd. Ce ne può anticipare alcune?
Ci sono i temi della contemporaneità, perché si deve parlare di lavoro, certamente, ma anche di conoscenza, come ha recentemente invitato a fare Christian Raimo. E lavoro ed economia non possono essere separati da ambiente, diritti, progresso sociale complessivo.
Quali sono i vostri interlocutori privilegiati, nel sistema politico e nella società?
Tutti quelli che comprendono che esiste un modo di fare politica antico e però capace di misurarsi con la società di oggi. Sobrio e popolare, tra il mercato e la rete.
Dopo il fallimento dell’Unione il centrosinistra è finito in minoranza. Cosa vi proponete, in termini di strategia, per invertire questa scivolata verso l’eterna opposizione?
Ci proponiamo di dire alcune cose per le quali il centrosinistra torni a essere riconoscibile. Ginsborg le chiama «campagne mobili», come se fossero le barricate risorgimentali. Battaglie intorno alle quali il Pd può trovare una rinnovata unità e costruire relazioni con gli elettori, di cui sta perdendo il polso.
Tutto bello. A parte Andrea e Pippo che si danno del lei, inascoltabili. Scherzo.