Se si decide di investire nel debito di un Paese estero sviluppato, le opzioni di allocazione sono due:
1) comprare titoli di Stato (debito sovrano) nella valuta di quel Paese (per esempio titoli in dollari Usa degli Stati Uniti);
2) investire nei debiti societari, cioè comprare obbligazioni corporate nella valuta di quel Paese.
Se invece si decide di investire nel debito di un Paese estero emergente, ci sono tre opzioni di allocazione:
1) comprare titoli di Stato (debito sovrano) in valuta forte (cioè nella valuta di un Paese sviluppato, di solito dollari Usa). In questo caso, oltre al rischio di credito ed al
rischio valuta, esiste anche il rischio tasso del Paese nella cui valuta sono espressi;
2) comprare titoli di Stato (debito sovrano) denominato in valuta locale. Anche qui esistono i rischi di credito, di valuta e di tasso, per cui avremo grossa volatilità ma anche diversificazione e buone opportunità di rendimento;
3) investire nei debiti societari in valuta locale o forte (cioè in dollari Usa). I rischi sono gli stessi indicati nel punto precedente. Oltre a questi si aggiunge un ulteriore rischio che è quello della scarsa liquidità rispetto al debito sovrano, dato che in questo mercato i volumi di negoziazione sono inferiori.
Il risparmiatore dell’area euro, se vuole diversificare il suo portafoglio, dovrà investire nelle tre valute principali:
> Dollaro Usa. Anche se negli Stati Uniti il tasso di disoccupazione è arrivato al 9,60% ed il debito pubblico è ormai al 100% del Pil (Prodotto interno lordo), il dollaro è sempre la valuta più importante a livello mondiale, ed è storicamente “anticiclica”, cioè riesce a guadagnare nelle fasi di crisi dei mercati e ad essere uno strumento che ammortizza i rischi dei portafogli.
> Franco svizzero. E’ da sempre la valuta “difensiva” e il “bene rifugio” finanziario per eccellenza e, dopo un periodo di appannamento nel biennio 2008/2009, nel corso dell’ultimo anno ha ripreso il suo ruolo “storico”.
> Sterlina inglese. La Gran Bretagna sta attraversando una situazione economica molto difficile, ma le misure di rigore e austerità imposte dal governo sono da considerarsi positive. Inoltre è l’unica grande economia europea che non segue i problemi dell’euro, per cui rappresenta una buona opportunità di diversificazione.