Perché serve l’educazione, non il fisco
L’Introduzione di Massimiliano Trovato è liberamente disponibile qui (PDF).
Il volume indaga i presupposti e i risultati delle imposte sui vizi alimentari attraverso i contributi di economisti, giuristi ed esperti di politiche sanitarie: Alberto Alemanno, Ignacio Carreño, Katelyn Christ, Scott Drenkard, Edward Glaeser, Randall Holcombe, Lucia Quaglino, Matthew Salois, Franco Sassi, William Shughart II, Richard Tiffin, Gordon Tullock e Richard Williams. Le loro analisi ci costringono a guardare oltre la demagogia. Le tasse sul vizio distorcono il mercato, riducendo la libertà di scelta dell’individuo consumatore; hanno tendenzialmente un impatto regressivo, danneggiando le fasce più deboli della popolazione; e sono spesso il frutto di pregiudizi e dell’influenza di gruppi di pressione. Soprattutto, le tasse sul vizio non raggiungono l’obiettivo prefissato, perché alimenti altrettanto dannosi esulano dal perimetro dell’imposta. Una buona dieta presuppone scelte salutari e la piena consapevolezza dell’esito delle proprie decisioni a tavola. Allora, se davvero si mira alla tutela della salute e non ai maggiori introiti per l’erario, sarà necessario prescindere da schemi concettuali opinabili, seppur dotati di buona stampa, e volgere lo sguardo a soluzioni alternative: soluzioni che richiedono un impegno tangibile sul versante dell’educazione senza comprimere la libertà di scelta delle persone. (2013) pp 264 ISBN: 978-88-6440-085-3 Prezzo: 18 € Amazon.it (Kindle) eBooksItalia (ePUB) Ebookizzati (ePUB/MOBI-Kindle) Book Republic (ePUB)
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