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Obiettivo 100%: cosa si può fare nella prevenzione del tumore al seno.

Da Farmacia Serra Genova
Obiettivo 100%: cosa si può fare nella prevenzione del tumore al seno.Il mese di Ottobre è dedicato alla prevenzione dei tumori al seno e ieri 22 Settembre la Fondazione Umberto Veronesi  ha colto l'occasione per fare il punto su un tema così importante insieme a numerosi specialisti, è stato un piacere per me poter approfondire con loro questo argomento.  
All'incontro erano presenti il prof. U. Veronesi, l'Associazione Italiana Oncologia Medica con il presidente dott. Pinto, la Società Italiana di Ginecologia ed Ostetricia col suo presidente il dott. Scollo ed il dott. Crivelli come presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie ed anche l'Osservatorio Nazionale Screening con il dott Zappa e di certo non ultime le attiviste volontarie dell'Associazione Pink is Good che indossavano la maglietta rosa dell'iniziativa che parte con un nuova edizione della campagna nazionale Pink is Good - Prevenzione Seno: obiettivo 100%. 
Obiettivo 100%: cosa si può fare nella prevenzione del tumore al seno. L'insorgenza di  48.000 nuovi casi di tumore al seno all'anno in Italia fa pensare alla larga diffusione della malattia ma il fatto che rimangano un numero stabile rincuora soprattutto perché le guarigioni aumentano di circa 1,5%  all'anno grazie ad una diagnosi precoce che permette un'intervento immediato quando si può ancora fare molto.
Nel mondo si registrano circa 1,5 milioni di casi all'anno e 500.000 decessi principalmente nei paesi in via di sviluppo. La causa è principalmente legata all'allungamento della vita ed alla contrazione delle nascite oltre alla tardiva diagnosi. La gravidanza e l'allattamento mantengono vitali le ghiandole mammarie ed allontanano lo spettro della malattia. Così ci spiega il prof. U. Veronesi, aggiungendo che questo tipo di tumore ha come caratteristica che se preso agli albori si ha maggiori possibilità di guarigione. Ora si va a cercarlo nelle persone sane prima che lui dia dei sintomi. Se misura intorno al centimetro nel 95% dei casi si guarisce.
Le recidive non sono frequenti e si aggirano intorno al 5% e si manifestano tra i 4 ed i 6 anni dopo. Sono rare dopo gli 8 anni e rarissime dopo i 10 anni. Ovviamente le pazienti si devono tenere monitorate.
Questo genere di tumore rientra nella categoria degli occulti perché quando è piccolo non si sente al tatto.
Grazie alle nuove tecniche chirurgiche il seno viene mantenuto e soprattutto non bisogna avere paura di eventuali modifiche del nostro corpo.
La cosa più importante che emerge dalla bocca di tutti questi illustri medici è che la presa di coscienza da parte della popolazione femminile che con la prevenzione si può fare moltissimo.
In sala erano presenti due gemellini di pochi mesi partoriti da una donna che aveva contratto il tumore ed è guarita al punto di poter procreare senza problemi.
La sanità italiana prevede uno screening mammografico gratuito ogni due anni per le donne di età compresa tra i 50 ed i 69 anni. Alcune regioni si sono organizzate per estenderlo alle donne sia di 5 anni più giovani che di 5 più anziane.
Purtroppo la risposta femminile non è uguale su tutto il territorio nazionale.  
Ci sono zone in cui quest'opportunità è maggiormente colta ed ancora enclave dove si ha paura ad affrontare questi temi. In media nazionale però abbiamo una partecipazione di più del 50% delle aventi diritto.
Non è da sottovalutare invece un'attività spontanea che risulta essere quasi uniforme ovunque sul territorio nazionale. Cioè non tutte le donne usufruiscono del servizio pubblico ma fanno i loro controlli anche privatamente. Ciò porta ad un altissima attività di screening preventivo per fortuna !!
Nasce quindi la necessità di una consapevolezza diversa del corpo femminile approfondendo tematiche come la menopausa portatrice di tanti cambiamenti da non trascurare.
Una riflessione che reputo importante è quella che ogni professionista della salute dovrebbe fare : " noi  cambiamo col tempo e dobbiamo cambiare il tempo. Bisogna adattare la professione al tempo e al mondo che cambia" proposta dal dott.Crivelli .
Bisogna seguire il paziente anche in questa patologia che sta diventando cronica.
È cambiato il punto di vista della cura e della figura del medico.
Ora si va incontro al male e lo si va a prendere e si cerca di combatterlo. Non lo si aspetta più !!
Una grande arma in nostro possesso è l'aderenza terapeutica che permette un'alleanza medico-paziente.
Un passo importante è l'esistenza di un percorso di cura e di riabilitazione che si fa carico del paziente e di tutte le sue particolarità ed esigenze.
Siamo solo all'inizio e tanta strada è ancora da fare ma stiamo lavorando. Questa è la sensazione che si respirava ieri nella sala del Circolo della Stampa a Milano in Via Venezia 48 martedì in tarda mattinata.

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