Rinnovato l’ appuntamento con “Superquark”, il programma di Piero Angela in onda su Rai1 il giovedì in prima serata, stesso impianto narrativo, stesso conduttore, stessa proprietà divulgativa e stessa capacità di coinvolgere lo spettatore negli argomenti trattati. A cominciare dall’attraente documentario d’apertura della quarta puntata dal titolo “Oceani”. Gli oceani coprono per due terzi la superficie del pianeta, supportano la maggior parte delle specie della Terra, anche se gli uomini non sono fra queste, perché non possono bere acqua salata o respirarla. Tuttavia non hanno mai smesso di usarlo a proprio vantaggio: nuotando, pescando, facendo surf, viaggiando sulle acque. Più di un terzo della popolazione vive infatti sulle coste dell’oceano e alcune popolazioni sono profondamente dipendenti da esso per la propria sussistenza, come i pescatori subacquei del Pacifico che si immergono a 20 metri negli abissi marini per trovare cibo, il cuore rallenta, la pressione schiaccia il torace, eppure l’uomo cammina sul fondale per catturare le prede, trattenendo il respiro fino a 5 minuti.
Comunque si procuri il cibo dal mare l’uomo dipende dalla vastità di queste acque, adattando metodi differenti e pericolosi cerca di sfruttarne le potenzialità fino al limite del pericolo. Nelle Filippine per trovare il pesce bisogna scendere in profondità, arrivare sul fondale e stendere la rete, fissarla agli scogli, allargare la trappola, azioni fatte in fretta, collegati ad un tubo sottilissimo di ossigeno, ogni respiro li rende più vulnerabili all’embolia. I movimenti scatenano il panico tra i pesci che terrorizzati nuotano direttamente verso la loro morte. Una tecnica efficace che procura una buona quantità di cibo. Ogni giorno corrono rischi sempre maggiori per una ricompensa che sta diminuendo velocemente, il mare è stato sfruttato per anni e la quantità di pesci diminuisce, per procurarsela diventa obbligatorio immergersi nele acque coralline più volte al giorno rinnovando ogni volta il pericolo.
L’oceano, dunque è un mistero imprevedibile, a volte il massimo della bellezza e della calma, altre il più profondo dei terrori, in ogni caso influenza il ritmo della vita dell’uomo in un viaggio incredibile, uno scambio che cerca l’equilibrio, ma se continuiamo a cambiare la sua natura forse non potremo più trarne benefici e viverlo.