Per parecchio tempo fino ad oggi alcune evidenze osservative su Marte hanno rivelato che il pianeta in passato doveva essere un “mondo ricco di acqua”, con presenza di non solo di acqua sotteranea, ma anche di acqua in prossimità della superficie, di laghi, fiumi, sorgenti calde e, secondo alcuni modelli planetari, doveva esistere pure un antico oceano nel suo emisfero settentrionale.
Quest’ultimo particolare è stato oggetto di lunghi dibattici: alcuni ricercatori ne hanno sostenuto l’esistenza, altri no. Se un tale oceano ci fosse stato, esso avrebbe dovuto essere o caldo oppure freddo, più o meno confrontabile con la temperatura dei mari polari terrestri. L’idea della presenza di un qualche oceano su Marte primordiale è sicuramente eccitante, per quanto riguarda la possibilità di forme di vita primitive che si sono formate in un antico passato. L’argomento ha oscillato in entrambe le direzioni nel corso degli anni, alcune volte per il sì, altre volte per il no, ma ora un altro rapporto tende a portare la bilancia più verso il sì.
I risultati provengono dal Mars Express Orbiter, in particolare dall’utilizzo del radar MARSIS, e sono stati recentemente pubblicati sul Geophysical Research Letters da Jérémie Mouginot dell’Università della California. I risultati rinforzano l’idea di un vasto mare che occupava gran parte dell’emisfero nord, noto anche come Oceanus Borealis.
Il radar ha mappato i depositi sedimentari all’interno della regione conosciuta come Formazione Vastitas Borealis, che ha uno spessore di circa 100 metri dove si sovrappongono depositi vulcanici in profondità. La mappatura della costante dielettrica ha mostrano in modo significativo che i depositi sedimentari lasciati dal presunto mare differiscono dalle rocce vulcaniche, in particolare hanno un valore di circa 4-5, mentre i depositi vulcanici raggiungono valori di circa 9-10 (o maggiori). Il ghiaccio per esempio ha un valore pari a 3,1.
Secondo il gruppo di ricercatori, “anche se molte cose rimangono poco chiare sull’evoluzione e sul contesto ambientale della presenza di un oceano, le nostre osservazioni forniscono prove convincenti della sua esistenza con la misurazione della costante dielettrica della Formazione Vastitas Borealis, che è sufficientemente bassa da poter essere spiegata solo dalla deposizione diffusa (oggi essicata) di sedimenti di acqua o di sedimenti mescolati con ghiaccio massiccio”.
Il grande interrogativo è sempre stato: se c’è stato un oceano, dov’è andata a finire l’acqua? Un’ulteriore mappatura radar del Mars Express ha mostrato che vi sono grandi quantità di ghiaccio d’acqua sepolte sotto la superficie, in particolare ai poli e all’interno delle presunte coste del vecchio oceano e anche molto più vicino all’equatore di quanto si pensasse inizialmente. Potrebbe sembrare ragionevole concludere allora che la maggior parte dell’acqua dell’oceano, e forse di altri mari o laghi, sia ancora lì, attualmente in uno stato ghiacciato.
E’ interessante notare che il lander Phoenix, atterrato all’interno della Formazione Vastitas Borealis nel 2008, ha trovato depositi di acqua ghiacciata pochi centimetri sotto la superficie.
Dall’abstract dell’articolo:
Un certo numero di osservazioni suggerisce che un tempo un oceano esteso copriva una parte significativa dell’emisfero nord di Marte. Analizzando le proprietà fisiche del sottosuolo ad una profondità maggiore, il MARSIS del Mars Express fornisce nuove evidenze geofisiche dell’esistenza di un oceano nel Tardo Hesperiano. La formazione Vastitas Borealis, che si trova all’interno di un litorale di un antico oceano, ha una costante dielettrica bassa rispetto a quella dei tipici materiali vulcanici. Abbiamo dimostrato che il valore misurato è consistente con depositi sedimentari di bassa densità, depositi massicci di terra ghiacciata, o una combinazione dei due. Al contrario, le osservazioni radar indicano una distribuzione di ghiaccio nel terreno in equilibrio con l’atmosfera nella regione polare sud. Concludiamo che le pianure del nord sono ricche di resti di un oceano del Tardo Hesperiano, alimentato da acqua e sedimenti dai canali di deflusso circa 3 miliardi di anni fa.
Articolo “Dielectric map of the Martian northern hemisphere and the nature of plain filling materials”, di Jérémie Mouginot, Antoine Pommerol, Pierre Beck, Wlodek Kofman e Stephen M. Clifford, Geophysical Research Letters, Vol. 39, L02202, 5 PP., 2012, disponibile su: http://www.agu.org/pubs/crossref/2012/2011GL050286.shtml
Fonte Universe Today: http://www.universetoday.com/93100/oceanus-borealis-mars-express-finds-new-evidence-for-ancient-ocean-on-mars/#more-93100
Altre fonti -Red Planet Reports: http://redplanet.asu.edu/?p=1263
Sabrina