di Marco Castellani
Vi propongo qui di seguito una intervista alla BBC del famoso fisico Richard Feyman, utile per ragionare un pochino senza pregiudizi sulla specificità della scienza e sul mistero della bellezza.
Troppe volte ci si trova infatti davanti al luogo comune che vuole la scienza una disciplina fredda, senza meraviglia, senza possibilità di stupore. Anzi a volte ci si spinge ad oppore un tipo di conoscenza ‘estetica’ ad una ‘scientifica’, interpretando quest’ultima come quella che separa, seziona, disarticola, e dunque è incapace di cogliere l’unità intrinseca di un certo fenomeno, di un certo ente.
Purtroppo sono pregiudizi che inquinano, a mio avviso, un corretto rapporto tra il sapere scientifico e quello umanistico; prima di tutto, facendo ritenere che esistano due tipi di saperi. Quando a me sembra si possa dire che è uno soltanto. Quello che deriva dal tenere gli occhi aperti davanti al mondo e all’uomo, rimanere in un atteggiamento di fiducia (una fiducia non “infantile “ma direi “adulta”; d’altra parte il cinismo non esplora nulla) e farsi condurre dalla curiosità.
Bellissimo come Richard metta in luce l’accordo che si trova tra i diversi approcci, come modalità di conoscenza che si integrano, non si oppongono. Il fimato è del 1981, per la sua brevità è quasi folgorante, e smonta tanti pregiudizi che ancor oggi sono ben presenti nella mente di molti. Educativo davvero,
Marco