Abbiamo aspettato qualche settimana per esserne sicure al 100%, ma ora ne siamo certe: la commare Victoria Cabello e il suo entourage meritano un elogio per aver riportato Quelli che il calcio allo splendore di un tempo.
Non stiamo a guardare i dati d’ascolto perché non ci interessa sapere se fa più o meno di quanto facesse la Ventura, anche perché l’Auditel in Italia è una mezza vaccata e forse anche la vera rovina della nostra tv che ha tanto trash solo perché “tira”.
Guardiamo invece la qualità del programma che è tornato a far ridere davvero come quando era in mano a Fabio Fazio. E in effetti molte cose del nuovo Quelli che il calcio richiamano le prime edizioni: da Marisa Passera che ricorda tanto quello che facevano Pietro Galeotti e Paolo Brosio, ai comici Ubaldo Pantani e Virginia Raffaele che, è vero, c’erano anche con la Ventura, ma adesso, chissà perché, sembrano bravi come quando stavano a Mai dire… con i Gialappi che li hanno lanciati al grande pubblico.
E Suri, il commentatore orientale che affianca Massimo Caputi, non vi fa tornare il mente il mitico Takhaide Sano?!?
La presenza del Trio Medusa, poi, porta una apprezzabilissima satira in un programma che non vada in onda dopo mezzanotte.
Gli elementi che fanno davvero la differenza rispetto al recente passato (le ultime edizioni di Simona Ventura, abbandonata da Gene Gnocchi e con l’orribile Bar Sport erano pietose) sono due:
- la scrittura e quindi lo staff autoriale che la Cabello si è portata in gran parte da La7 (primo fra tutti Matteo B. Bianchi), mentre della vecchia guardia è rimasto solo Fabio Di Iorio;
- la conduzione. Victoria non ha né l’arroganza né tutti gli insopportabili tic di Simona Ventura, è ironica al punto giusto, ha una faccia simpatica, non capisce nulla di calcio (ma è un bene!) e non ci fa sfigurare con gli ospiti stranieri.
Ultimo, ma non meno importante, segnaliamo anche la sigla, No cars go degli Arcade Fire.
Finalmente la domenica pomeriggio si torna a ridere senza banalità.
La ripicca contro Varriale…
Le vostre soddisfatte Maria Victoria e Maria Medusa