Ode all'agosto in ufficio - Ovvero: l'anello di congiunzione tra keats, Gianni Rodari e una psicopatica
Onde di sonnolenza che si infrangono su spiagge di fancazzismoancor tre settimane alle vacanze e qui campo d'ottimismo;
La collega mi saluta, l'aspetta la costiera
e io son qui seduta, che martello la tastiera;
"Non temere, oh mia collega, di ferie tutte siamo degne"
si, però tu parti e a me lasci le consegne;
non più una collega per mangiare o chiacchierare
sono tutti in ferie e io al chiodo a lavorare;
e allor io vo su facebook magari per chattare
ma anche lì c'è il vuoto 'che sono tutti al mare;
"io son bello in panciolle" scrivon tutti sullo stato
e di qui a tre settimane io avrò bello e collassato;
Roma è abitata sol da me e dai turisti
degli altri impiegati c'è stato un repulisti;
Perfino la Metro A è andata ormai in vacanza
e io rimango qui, reclusa in una stanza.
Ma l'ufficio a ferragosto ha i suoi lati buoni:
il capo è assai lontano e non rompe più i maroni,
e quando il gatto manca e non è in giro a smadonnare
suvvia, siamo sinceri, a mahjong si può giocare;
e dopo un anno intero di fotocopie e "scusi lei"
io resto qui in ufficio e mi faccio i fatti miei;
E quando qui in ufficio saran di nuovo in tanti
io alzo la manina e saluto tutti quanti;
Io parto poi a settembre come
faccio quasi sempre,
perchè questa è la sostanza:
anche io andrò in vacanza!!
E dopo questa, mi sono giocata quel poco di buona reputazione e dignità che mi erano rimasti.