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Oderint dum metuant

Da Shappare
Non mi piace stare sui tacchi.
Non mi piace stare sui tacchi con un vestito stretto che mi scivola sul seno.
Non mi piace stare sui tacchi con un vestito stretto per una serata in galleria su una mostra di gioielli.
Non mi piace stare sui tacchi con un vestito stretto se fuori nevica da un giorno intero.
Mi piaceva il venerdì diciassette.
Non mi piace stare sui tacchi con un vestito stretto con la gente che mi chiede cose che non so.
Qual è il tuo gioiello preferito.
Quanto costa questo.
Che modello è questo.
Non mi piace stare sui tacchi con un vestito stretto mentre fuori nevica e devo tornare a casa a piedi.
Non mi piace stare sui tacchi a parlare due ore con una persona senza avere idea di chi sia e scoprirlo quando la suddetta, il giorno dopo, dice a vostra madre che ieri eravate "uno schianto".
Non mi piace stare sui tacchi a svuotare le vetrine a fine serata mentre l'Ingegnere mi segue pontificando filosoficamente sul "Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace" (povera Saffo) e sulle storie d'amore.
... Perché poi mi ha lasciato lei. E' peggio, essere lasciati.
Non lo so, mai successo.
Mi piace essere acida, anche sui tacchi. Ci si svincola meglio che a correre veloci.
Non mi piace che la mia acidità faccia meno effetto sugli ingegneri.
Che poi devo capire perché.
E questo quanto viene?
Sono gioielli veri? (...)
Ma di chi sono poi, questi gioielli?
Miei, Ingegnere. Sono tutti regali dei miei spasimanti.
Devi aver amato molto, allora, S.
Say your prayers, Engineer.



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