Oggi

Limitiamoci ad osservare cosa è successo oggi che al domani ci pensiamo, come è giusto che sia, domani. La Camera ha respinto la sfiducia al governo: 314 a 311. L’esecutivo tiene, Berlusconi trionfa. Perché di fatto, quella odierna, è stata una resa dei conti tra il PresDelCons e Gianfranco Fini, il quale ne esce malconcio anzichenò. Dovevano votare compatti, i futuristi, e invece nada (chiedere a Polidori, Siliquini e Catone). Ieri confidavano nelle dimissioni del premier, espediente mai preso in considerazione dal diretto interessato, e oggi incassano dai pidiellini – giustamente, dal loro punto di vista – un’analoga richiesta rivolta al presidente della Camera. Ne esce malissimo anche Di Pietro perché ha dovuto fare i conti con ambigui personaggi tra le sue fila quali Razzi e Scilipoti. E alla fine della fiera pure il Pd si ritrova con le ossa rotte. Bersani, apparso in splendida forma in aula, in questo lasso di tempo aveva puntato – sbagliando – tutto su Fini, come osservato da Claudio Cerasa già su Twitter. Mentre Veltroni avrà di che ringraziare, ancora una volta, il caro Massimo Calearo. Questo è (se vi pare). I dietrologismi e le voci che da subito si rincorreranno sui tentativi di allargare la maggioranza – “altrimenti meglio andare al voto il prima possibile” – rimandiamoli a domani. Almeno qui si procederà in questo modo.