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Oggi al Cinema incontra Massimiliano Bruno

Creato il 02 luglio 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

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Massimiliano Bruno: “Dopo Viva l’Italia torno alla commedia divertente. Notte prima degli esami film unico”

Tempo di esami di maturità e Oggi al Cinema ha colto l’occasione per intervistare Massimiliano Bruno, noto attore, sceneggiatore e regista del cinema italiano che ha scritto le sceneggiature di film importanti come Notte prima degli esami e dei più recenti Viva l’Italia, di cui è anche regista, e Buongiorno papà. Massimiliano ha dato qualche anticipazione sul suo prossimo film e raccontato, in esclusiva, le ultime esperienze sul set, senza trascurare i momenti fondamentali della sua carriera come il passaggio da sceneggiatore a regista o le sceneggiature più significative che ha scritto.

Viva l’Italia ha riscosso un enorme successo. Puoi farci un bilancio di questa esperienza e quali sono gli aspetti che hai amato maggiormente di questo film?
Il bilancio è sicuramente positivo. E’ un film che vuole raccontare il momento particolare che sta vivendo il nostro paese. E’ stata una scommessa vinta perché era un tipo di argomento molto difficile e spinoso da affrontare. A giudicare da come l’ha presa il pubblico sono molto soddisfatto. E’ andata bene. Nel nostro film siamo un po’ “veggenti” perché c’è un ipotesi di un accordo tra PD e PDL, cosa che si è puntualmente verificata nella politica italiana, durante le elezioni di qualche mese fa. E’ un film che voleva raccontare ciò che sarebbe successo dopo nel paese, senza trascurare l’ironia e la comicità. Io sono sempre molto curioso quando parlo di questo film perché siamo riusciti a fare un’operazione particolare: un mix tra un film più divertente e leggero e un approfondimento su certe tematiche.

Hai da poco vinto il premio per Viva l’Italia come miglior film di utilità sociale 2013 al Social World Film Festival. Cosa hai provato a ricevere un simile riconoscimento?
Fa un bell’effetto ricevere questo premio, anche perché si tratta di una manifestazione importante. Per me è un grande motivo d’orgoglio, anche perché è raro ricevere un premio abbinato a tematiche sociali per una commedia. Solitamente in questo ambito è più considerato il genere drammatico. In questo caso c’è grande soddisfazione e siamo tutti molto contenti.

Sappiamo che stai preparando il tuo prossimo film e il primo ciak sarà girato a Roma il 17 giugno. Cosa puoi anticiparci di questo tuo nuovo lavoro?
Ancora è in fase di scrittura, quindi non c’è ancora molto di definito perché ci sto ancora lavorando. Non so ancora bene cosa dirti. Lo girerò l’anno prossimo, in primavera, e sicuramente sarà una commedia divertente.

Il tuo esordio alla regia è avvenuto con Nessuno mi può giudicare. Cosa hai provato quando si è attuato il passaggio da attore, sceneggiatore a regista?
Il passaggio è stato molto graduale. Avevo già scritto tantissimi film e ad un certo punto questo tipo di passaggio è in un certo senso obbligatorio se vuoi fare delle cose tue e vivere emozioni tue. Era nei miei piani attuare questo passaggio. Poi è avvenuto in un momento particolare perché in quel periodo si parlava molto delle Escort ed era da poco scoppiato lo scandalo di Berlusconi e Ruby. Siamo stati anche fortunati a sfruttare l’argomento del momento. Mi è piaciuto molto perché ho lavorato con Rocco Papaleo, Paola Cortellesi e Raoul Bova che erano in un momento di grazia. Sono attori grandissimi. Il pubblico ha gradito e sono arrivate le candidature al David e la vittoria al Nastro D’argento.  Un ricordo importante e bellissimo per me.

Quale di questi tre ruoli senti più tuo?
Dipende molto dai momenti. A volte mi va di recitare, altre di scrivere e basta e in altri momenti di passare alla regia. Quest’ultimo passaggio è cominciato come un tentativo, poi ho capito che potrebbe essere il mio lavoro. Oltre a questi ci metto anche gli impegni a teatro, che prossimamente tornerò a fare. Sono tutti ruoli che ami un anno sì e un anno no. Non mi sento né più attore, né più regista e né più sceneggiatore. Dipende dalle situazioni. In questo momento mi sento più regista e mi piace di più.

Ultimamente hai scritto la sceneggiatura di Buongiorno papà. Com’è nata l’idea di raccontare questa storia?
E’ nata da una richiesta che è stata fatta da un produttore tanti anni fa di un film per un determinato attore e nel giro di pochi giorni ho scritto un soggetto. Poi questo film non si fece mai perché non riuscimmo a trovare un accordo con quella produzione. Mentre qualche anno dopo ho raccontato quella storia a Federica Lucisano e decise di comprare quel soggetto. Dopo qualche altro anno ha riletto il soggetto pensando che si potesse tirare fuori un bel film ed Herbert Simone Paragnani ha scritto la sceneggiatura con la mia collaborazione e quella di Edoardo Leo ed ha tirato fuori un bellissimo film che sta raccogliendo tantissime soddisfazioni, che è candidato ai Nastri D’argento come miglior commedia, che ha avuto alcune candidature ai David importanti, come quella a Marco Giallini come miglior attore non protagonista. Con Edoardo (Leo ndr.) poi abbiamo costruito una bella factory. Siamo molto amici, c’è una stima reciproca e c’è sempre una voglia di lavorare insieme e di collaborare. Quest’anno poi  ci siamo tolti tantissime soddisfazioni con le candidature ai David, oltre a quella di Marco Giallini, di Ambra Angiolini per Viva l’Italia e di La Elle che ha scritto la canzone di Buongiorno Papà ed è candidata come migliore canzone. Poi infine è stato bello avere la candidatura per il David giovani per Viva l’Italia.

Al giorno d’oggi per riscuotere successo in ambito cinematografico bisogna puntare sull’originalità. Secondo te i tuoi film cosa hanno di diverso rispetto agli altri e cosa ama la gente del tuo modo di raccontare storie?
Non lo so cosa hanno di diverso. Di sicuro se analizzo i film che ho scritto forse Notte prima degli esami era un film che in quel momento storico in Italia era un po’ diverso, senza nomi speciali. Quando l’ho scritto non sapevo quali sarebbero stati gli attori ma sapevo che non c’erano grandi nomi speciali dal momento che i protagonisti erano dei ragazzini. Questo aspetto ha rappresentato in un certo tipo di commedia una novità. Tra quelli che ho fatto come regista invece in Nessuno mi può giudicare l’originalità non so dove potrebbe stare. Forse nel modo di scrivere, un po’ più veloce. C’erano 180 scene per un film di un’ora e quaranta sono tante. La particolarità stava nell’essere molto divertente nonostante trattasse delle tematiche sociali. In Viva l’Italia invece l’originalità stava nel mix di due generi: uno più comico e uno del tutto differente. Cito la scena quando Michele Placido attraversa la piazza durante gli scontri con la polizia che di solito in una commedia non vediamo. Credo che l’originalità stia nella scrittura.

di Francesco Sciortino


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