Nicolas Winding Refn: “Amo il cinema del silenzio. E le donne, mio vero feticcio”
Con il suo ultimo film, Solo Dio Perdona, ha riscosso il favore del popolo di internet ma è stato totalmente trascurato al Festival di Cannes, che l’aveva selezionato per il concorso. Parliamo del regista danese Nicolas Winding Refn, tornato dietro la macchina da presa dopo quel Drive che gli valse la Palma d’oro per la miglior regia alla suddetta kermesse. Due film violenti – l’ultimo è proprio un’escalation di violenza, con dialoghi scarni, dove trionfa la recitazione per sottrazione. Protagonista di entrambi, non a caso, è quel Ryan Gosling di cui Refn sostiene la potenza espressiva: “E’ un attore bravissimo a comunicare solo con il volto, anche in silenzio”.
Così inizia la nostra chiacchierata.
Cosa trova in Gosling che gli altri attori non possiedono?
Il dono di saper dire mille parole senza neanche pronunciare mezza frase: sa esprimere molto attraverso la mimica facciale, e io amo il cinema del silenzio perchè costringe il pubblico a fare un viaggio del tutto imprevedibile.
Il vostro rapporto artistico continua a consolidarsi negli anni, come lavorate insieme?
Benissimo, anche perchè siamo grandi amici, quindi lavorare sullo stesso set diventa anche una cosa piacevole, oltre che facile. A maggior ragione perchè abbiamo grandi affinità quindi è più interessante affrontare un viaggio insieme, e anche più divertente. Gli attori sono fondamentali per un regista: è attraverso loro che esprimi le tue emozioni. In un film gli interpreti sono tutto.
Non possiamo non parlare di Cannes: pensa che il suo film non sia stato capito?
Non puoi pensarla così perchè sarebbe una perdita di tempo, puoi solo lasciare Cannes sapendo che hai provocato ciò che hai provocato.
Per toglierci di mezzo la domanda ricorrente, come mai è così attratto dalla violenza, cinematograficamente parlando?
Mi colpisce quando se ne parla: è l’arte stessa ad essere violenta. L’arte è penetrazione, invasione, assalto all’immaginazione. E’ violenta per definizione.
Solo Dio perdona è, sin dal titolo, un film sulla vendetta. Cosa la interessa tanto di questo feroce sentimento?
La vendetta è uno degli istinti primordiali, rappresenta qualcosa che può dare adito a dei drammi straordinari, perchè è un sentimento in cui si può identificare, in fondo, l’umanità intera.
E’ anche una pellicola che dimostra molteplici influenze di diverse cinematografie.
Verissimo: ci sono dentro elementi di spaghetti western, di cinema asiatico, e poi dello spazio esterno. Alieno.
Il suo prossimo progetto?
Un tv show, Barbarella, poi un film prox anno. Per Barbarella non ho ancora iniziato la fase casting, ma ci vedrei una donna estremamente sexy, con l’intelligenza di mia moglie. Trovo che le donne siano la razza più perfetta, un vero capolavoro e la mia Barbarella, di conseguenza, sarà una donna del futuro. Lo ammetto: le donne sono il mio feticcio maggiore.
Feticcio in che senso?
Ha ragione, come termine può assumere diversi significati, io le faccio un esempio concreto a partire da Solo Dio perdona: Kristin Scott Thomas è una donna molto “scaring” e molto sexy, possiede un lato spaventoso e uno sensuale che fanno entrambi parte del suo carattere e della sua identità. In questo senso, ho provato a immaginare cosa potesse significare fare sesso con Donatella Versace, per esempio.
di Claudia Catalli