19 ottobre 2013 • Interviste, Vetrina Cinema, Videos
Paul Greengrass: “Sulla verità non transigo!”
La 57esima edizione del London Film Festival è stata inaugurata dall’anteprima europea del nuovo film di Paul Greengrass, Captain Phillips con protagonista Tom Hanks. Il regista inglese mostra ancora una volta la sua attenzione per le storie vere che riesce a tramutare in delle intese avventure.
Non è la prima volta che lei decide di realizzare un film su eventi realmente accaduti. Era già successo in United 93 e Bloody Sunday, film intensi ma anche molto controversi. Che cosa l’affascina maggiormente di queste storie?
Mi sono cimentato in delle commedie romantiche ma non fa veramente per me (ride, n.d.r.). In realtà è molto semplice, mi interessano i film che raccontano ciò che succede nel mondo. Queste storie, in particolare, attraverso il carisma dei protagonisti cercano di spiegare alcune delle complessità della vita. Ad ogni modo, trattare materie di questo tipo significa innanzitutto approfondire la verità sui fatti e non transigo sulla veridicità del mio film.
Che cosa c’è di diverso nel film rispetto alla vera storia del capitano Phillips?
Trattando delle storie vere avverto la responsabilità di dover rimanere il più fedele possibile alla verità. Detto questo noi non abbiamo creato personaggi che non esistono, né abbiamo romanzato la storia. Se c’è qualcosa che abbiamo cambiato è avvenuto relativamente a delle necessità tecniche. Ad esempio, Phillips viene preso in ostaggio dopo nove ore dai pirati mentre nel film il tutto avviene in un quarto d’ora. Le uniche cose che abbiamo omesso erano particolari irrilevanti. Credo fermamente di aver realizzato un accurato resoconto degli eventi.
Tom Hanks & Paul Greengrass
Cosa significa per lei essere qui ad inaugurare il London Film Festival con un suo film?
Per me è un grande onore e un privilegio. Credo che questo sia un festival in crescita, fin troppo sottovalutato. Ciò che lo contraddistingue è di avere luogo nella location in cui molti film vengono girati (Londra, n.d.r.). Dunque credo che questo sia uno dei festival più importanti che si tiene in uno dei maggiori centri di produzione cinematografica del mondo.
Come mai ha scelto Tom Hanks come attore protagonista?
In realtà è stato lui a scegliere me. Gli hanno proposto il progetto, lui ha accettato e poi hanno scelto me come regista.
Quale è stato il criterio con cui sono stati scelti gli attori che interpretano i pirati?
Era molto importante per me trovare degli attori di origini somale, li abbiamo trovati in Minneapolis dove c’è la più grande comunità somala d’America. Una comunità straordinariamente creativa e piena di artisti. Abbiamo scelto ragazzi somali per tutti i ruoli, anche quelli minori e credo che abbiamo fatto un ottimo lavoro.
E’ vero che c’erano delle telecamere nascoste sul set?
Assolutamente no. E’ vero tuttavia che ho fatto in modo che gli attori non ne avvertissero la presenza affinché potessero essere il più naturali possibili.
Lei ha deciso di girare il suo film in mare aperto, cosa che molti registi considererebbero una scelta piuttosto masochista. Quali sono state le difficoltà?
E’ stato abbastanza difficoltà, specialmente le scene all’interno della scialuppa di salvataggio. Girare lì dentro è stata un’esperienza orrenda. Continuavo a chiedere alla mia troupe di girare ma in determinati momenti le cose si mettevano veramente male. Il primo giorno di riprese sembrava che tutto andasse bene poi ad un certo punto l’assistente di produzione mi ha detto che non gli sembrava che il primo assistente stesse così bene. Gli ho risposto: “Non mi interessa, riprendi.” Poi mi ha detto che il primo assistente aveva vomitato addosso a Tom, ed io gli risposto: “Non mi interessa, vai avanti.” Poi mi ha detto che anche il direttore della fotografia Barry Ackroyd aveva vomitato. Ecco questo solo per darvi un’idea dell’atmosfera sul set di Captain Phillips (ride, n.d.r.)
di Rosa Maiuccaro per Oggialcinema.net
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