per la precisione un paio di “runner fast”. la dice lunga il titolo delle scarpette eh! che corrono veloci! ai miei piedi. una metafora sgrammaticata.
ma non era solo di questo che volevo scrivere. un ennesimo periodo di stop, questa volta per fermare tentare di fermare emozioni e riordinare le idee. a partire da quel ritardo. che seppure minimo e banalissimo mi ha fatto pensare a tante cose.
come ad esempio che sono una pazza sconsiderata. solo a pensare a immaginare spudoratamente a una altra creatura…
ma c’è qualcosa di fisiologico temo che accada nel corpo di una donna. e forse è scattato in me questo timer sprovveduto.
mi sono chiesta che cose poteva significare per me per noi…come famiglia. mi sono chiesta se gli immensi momenti di gioia e di euforia avrebbero compensato lo strazio di un periodo non certo salutare per il mio corpo. mi sono domandata quanto di egoistico c’era in questa possibile valutazione dettata da un desiderio inequivocabile, e quanto avrebbe compromesso e stravolto la routine dei miei affetti più cari.
e niente penso di essere una scellerata una vanagloriosa una che non si accontenta mai ma proprio mai.
una che vive di sogni e speranze. irraggiungibili.
mentre invece dovrei avere i piedi ben saldi per terra, guardare l’orizzonte prosaicamente e vivere soddisfacendo le piccole e indispensabili necessità quotidiane.
poi penso a quanto è frustante dover convivere con scelte dettate da qualcosa che in ogni caso ostacola qualsiasi progetto.
oggi mio figlio mi ha chiesto:
mamma quando esci senza stampella?
e gli ho risposto che presto usciremo senza, che mamma si sta allenando tanto per farne a meno. sto facendo grandi passi in avanti sul recupero della mia disabilità in effetti . più sono temeraria, più riesco nell’impresa! ieri ad esempio ho preso in braccio Chicco stando in piedi davanti l’ascensore perchè lui voleva premere il pulsante! se ci avessi provato il mese scorso avrei già rinunciato a priori senza nemmeno un microscopico tentativo.
e questo è insito nel mio carattere. non volendo ferire gli altri, non volendo creare alcun elemento di ansia o disturbo, preferisco glissare . dovrei essere invece più onesta con me stessa, fidarmi di più delle mie capacità.
e dovrei anche essere meno furiosa con la malattia in sé con la quale vuoi o non vuoi devo sempre e comunque scendere a patti. ci sono giorni che sono fortunata, che riesco a ignorarla, che faccio tante cose senza stancarmi più di tanto. e poi ci sono giorni che resta lì in agguato, ghermisce e non molla la presa.
che questi lunghi anni in compagnia di sua maestà abbiano in qualche modo modificato il modo di vedere le cose, smussato alcuni angoli del mio carattere e indurito altri aspetti, sono semplici conseguenze.
vorrei solo avere un briciolo di respiro in più, avere la possibilità di scegliere senza accontentarmi, senza rinunce dolorose. e senza rimpianti.
ad esempio se domani mattina improvvisamente sentissi il desiderio di uscire di casa e fare 4 passi, vorrei davvero essere in grado di poterlo fare, senza la paura che in genere agisce come deterrente a qualsiasi passeggiata estemporanea…
perdonatemi se ho straparlato. il guaio è che è piuttosto tardi e non ho sonno, poca è la voglia di leggere e quindi scrivo. scrivo per acquietare i miei demonietti interiori…